E’ una polemica a distanza, come suol dirsi, quella che si è innescata tra i consiglieri comunali del centrodestra, Paolo Nigro e Giovanni Migliore, e il presidente del consiglio comunale di Modica, Carmelo Scarso, circa i comportamenti nella direzione dei lavori d’aula di quest’ultimo. Prima hanno cominciato Nigro e Migliore, poi la replica di Scarso, venerdì sono tornati in campo i primi due adesso la replica ancora del presidente. La domanda che qualche nostro lettore si pone è: “Ma non vi potreste telefonare?” Al di là di questo, è d’obbligo lo spazio di contro replica all’avvocato Scarso.
“Egregi Colleghi Consiglieri,
la vostra contro-controreplica mi sa di controdanza alquanto stonata e non produttiva, per non dire inutile, per la ossessiva ripetitività argomentativa. La vostra difesa (d’ufficio?) di due consiglieri comunali meriterebbe maggior fortuna. Con uno di essi è bastato un sorriso ed un saluto per relegare al passato, civilmente, un contrasto solo politico ma non personale; con il secondo di essi una battuta ironica, accompagnata da reciproci sorrisi e un abbraccio, ha acclarato un inesistente contrasto. Lungi da me dal pensare che la vostra difesa di ufficio voglia creare un clima di destabilizzazione dei lavori consiliari in un contesto di avversione o programmato scontro politici. Vi accredito abbastanza intelligenza per non pensare che il confronto politico possa scorrere sui corretti binari dei problemi della nostra Città. Alla mia età conto ancora di apprendere. Il mio campo specifico, quello della giurisprudenza, è fondato sulla analisi della prassi e dell’esperienza, per cui culturalmente e, mi consentite, intellettualmente sono votato al continuo apprendimento. Non disdegno di apprendere anche dai giovani: la realtà è tanto varia e irripetitiva che chiunque può insegnare qualcosa. Tutti i Presidenti miei predecessori in Consiglio non solo mi hanno insegnato qualcosa, ma mi sono stati maestri. Dalle mirabili lezioni di filosofia di Saverio Terranova, in particolare, ho appreso i valori dell’esistenza umana, per cui mi è stato anche maestro di vita, e le prime nozioni della Politica, quella con la P maiuscola, non la nostra, consentitemi.
Da Paolo Garofalo, che mi ha consegnato il testimone dell’Ufficio, ho appreso la signorilità e il profondo senso del rispetto umano, che i Consiglieri dovrebbero sempre tenere nei loro rapporti, ma tali non comuni doti non sono state apprezzate, come, da immemori censori, ben sapete. Se qualche volta nel mio compito deludo è solo perché, avendo come riferimento i miei predecessori, cerco di non ripetere e di non consentire condotte che hanno dato luogo a inconcludenti discussioni o contestazioni: nessuno è perfetto.
Consentitemi, però, di richiamare un ricordo consiliare per arricchire la vostra insufficiente conoscenza: una volta il Presidente Saverio Terranova, durante i lavori consiliari, ordinò l’allontanamento dall’aula del Sindaco del tempo perché molto turbolento. L’ordine venne eseguito. Non penso che i riferimenti ideali e ideologici del Presidente Saverio Terranova siano gli stessi dei miei. In merito a questi, colleghi Consiglieri, non intendo discutere perché sarebbe palesemente impari il confronto con i vostri. Sarei autoritario? E perché? Colleghi Consiglieri, non vi riconosco e non tutelo il vostro diritto alla parola, secondo Regolamento? Non vi riconosco e non tutelo il vostro diritto al confronto politico e amministrativo nelle diverse sedi consiliari, secondo Regolamento? Non vi riconosco e non tutelo il vostro diritto alla iniziativa consiliare, nelle sue variegate forme (interrogazioni, mozioni, ecc.), secondo Regolamento? Non riconosco e non tutelo il vostro diritto a liberamente determinarvi nelle decisioni e nel voto, secondo Regolamento? Allora mi domando: cui prodest questa sterile e improduttiva polemica? Non sarebbe meglio impegnare tutti nostri sforzi di Consiglieri, ognuno per la propria parte e per le proprie responsabilità, per affrontare le gravi problematiche che affliggono la nostra Città e i nostri concittadini? Alla luce, s’intende, del democratico Regolamento Consiliare.