Nell’osservazione sui quesiti referendari sull’acqua non ho avuto alcuna remora ad affermare la netta contrarietà alla privatizzazione, per i motivi che ho già espressi. Circa il referendum sul nucleare, debbo confessare che mi sento “analfabeta”, e ho molte perplessità. Atteso che ogni referendum tocca sempre la coscienza civica, è pur vero che esistono materie referendarie dove oltre al dato etico è necessario un approfondimento scientifico ed una conoscenza, che confesso di non avere. Sul nucleare ammetto dunque la mia ignoranza e nonostante cerchi di leggere e capire la natura del nucleare sul piano razionale, mi accorgo, alla fine, di raggiungere sempre una comprensione superficiale della questione. Mi chiedo, pertanto, su quali basi alcuni possono ostentare tanta sicurezza, visto che anche la stessa comunità scientifica dibatte il problema e che da essa vengono fuori “pro e contro” sul nucleare.
E, ancora, mi domando come un cittadino che entra nella cabina elettorale sia in grado di interpretare un quesito che recita così: “Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?”. Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto ‘omnibus’, sarà dunque : “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare”.
Io credo che anche il laureato, il professionista, il docente, il cittadino di media cultura fa fatica, se non studia seriamente la questione del nucleare e se non vuole andare dietro ai “politicanti di destra, di centro e di sinistra” che ne fanno una questione di consenso ai loro partiti, a saper decidere con cognizione di causa Figuriamoci, con tutto rispetto per la loro dignità, l’operaio, l’artigiano, il contadino, insomma chi non possiede solidi strumenti culturali.
Alla luce di queste considerazioni, ritengo onesto, anziché pronunciare un si’ o un no, invitare i lettori di Rtm on line a fare ricerche su inter-net per studiare l’argomento, aprendo, anche attraverso i commenti, un dibattito, e alla fine giungere a delle conclusioni senza essere condizionati dalla “politica politicante”.
Mi permetto, dunque, di suggerire alcune domande, dalla cui riposta può derivare un sì o no al referendum sul nucleare.
Il nucleare è più conveniente delle altre fonti energetiche?
Quanto costa una centrale nucleare?L’energia nucleare ha il vantaggio di emettere pochi gas serra. Quale costo avrebbe il convertire in nucleare la produzione energetica inquinante? Le riserve di uranio sono davvero abbondanti? E quelle di petrolio davvero ridotte?
Circa il 12% dell’elettricità consumata in Italia viene importata, e in buona parte è di origine nucleare (proviene infatti da Francia, Svizzera e Slovenia, paesi che utilizzano l’energia nucleare). È meglio conti-nuare a importare energia o dire sì al nucleare? Oppure quale altra soluzione? Il nucleare è sicuro o pericoloso? E quali i pericoli connessi all’uso bellico del nucleare e agli atti terroristici? Quali sono i metodi di stoccaggio e gestione dei diversi tipi di scorie? E i costi? I depositi geologici in profondità nel sottosuolo sono una soluzione efficace al problema delle scorie ad alta attività (con tempi di decadimento di migliaia di anni)? La presenza delle centrali nucleari induce inquinamento radioattivo nelle zone circostanti e quindi dei pericoli per chi le abita? Qual è l’energia del futuro su cui veramente puntare?
Oggi nel mondo esistono 442 centrali nucleari, di cui 104 negli USA, 58 in Francia, 17 in Germania, e 64 in costruzione. Se c’è, da una parte, chi nella comunità scientifica dice che il nucleare è sicuro, che le centrali nucleari non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell’ozono e dell’effetto serra, e che la produzione di energia dal nucleare riduce l’importazione di petrolio e la dipendenza occidentale dal petrolio mediorientale, dall’altra c’è chi sostiene che i margini di sicurezza sono limitati e che le radiazioni a cui la popolazione viene esposta causano un maggiore rischio di morte per leucemia e tumore, e che anche il processo di localizzazione di una centrale nucleare o del deposito di scorie è molto difficoltoso, perché nessuna comunità locale accetta di sacrificare il proprio territorio per ospitare i rifiuti nucleari.
Certo, se già nella comunità scientifica c’è divisione circa vantaggi e svantaggi del nucleare, come può il cittadino scegliere con tranquillità? In ogni caso, invito dunque i lettori a documentarsi e a non lasciarsi abbindolare dai “politici politicanti” di destra, di centro e di sinistra che per complicarci la vita, pensano di politicizzare la consultazione referendaria, in parte facendola diventare, come sostiene Giuseppe Morello in un suo articolo, un nuovo test nei rapporti di forza tra maggioranza e opposizione, e un po’ cercando di raggranellare consenso indiretto. Trovo ridicolo, infine, che qualcuno possa vedere nei referendum – come fa rilevare Morello – il prolungamento delle amministrative, con la sinistra che spera di assestare l’ennesimo colpo “momentaneamente definitivo” a Berlusconi e la destra che prima sperava nella diserzione delle urne e ora punta a depotenziarne il risultato onde renderlo irrilevante per le sorti del governo.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… DI DIRETTORE. REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO: NUCLEARE SI’, NUCLEARE NO’
- Giugno 4, 2011
- 8:46 am
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