Paziente modicano di 62 anni sottoposto a trapianto di fegato all’Ismett

Un sessantaduenne modicano è stato sottoposto a trapianto di fegato, con successo, all’Ismett di Palermo. L’uomo era affetto da cirrosi epatica scompensata HCV correlata, ed era seguito dall’Unità Operativa di Malattie Infettive di Modica, diretta da Antonio Davì. Il degente, sofferente da anni, negli ultimi mesi era stato ricoverato più volte per scompenso glicometabolico, versamento ascitico e grave insufficienza epatica. “Tutto ciò – spiega il dottore Davì – è il frutto dell’impegno e della professionalità acquisita in tanti anni da tutta la mia equipe medica e infermieristica che, con uno specifico ambulatorio, segue questi pazienti affetti da gravi patologie come la cirrosi epatica post virale(da virus B e virus C), cirrosi autoimmune e alcolica, insufficienza epatica fulminante, cirrosi biliare, colangite sclerosante, epatocarcinoma”. Questo intervento, che segue nel tempo altri pazienti già trapiantati in questi anni, diventa un ulteriore stimolo per il miglioramento della rete trapiantologica siciliana in cui è inserita l’Unità del “Maggiore” di Modica. Sarebbe utile l’auspicato maggiore budget da parte dell’assessorato regionale e una maggiore attenzione alla formazione dei sanitari che operano in questo campo. “E’ necessario – aggiunge il primario – informare meglio l’opinione pubblica sulla cultura della donazione. Purtroppo in questi ultimi due anni c’è stato un calo notevole del numero di trapianti di fegato per una diminuzione delle donazioni. Ricordo che è possibile attivare, in alcuni casi ben selezionati, la donazione di una parte del fegato di donatori viventi dove sia verificata la compatibilità degli organi”. Prima del trapianto il paziente modicano, negli ultimi giorni, aveva atteso presso l’Hospice del nococomio modicano, diretto dal dottore Cataldi. “Mi preme ringraziare – conclude Davì – il collega Cataldi, ma anche tutti gli infermieri e la capo sala, i colleghi Falco, Fronte, Gebbia, Boncoraglio e la dottoressa Di Rosolini, che ha seguito fino all’ultimo il degente. Mi auguro che ci sia una maggiore attenzione per i pazienti cirrotici terminali con l’attivazione dell’assistenza domiciliare, tra l’altro prevista dalle linee guida assessoriali”

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