Il Pd di Modica sulla vicenda carabinieri di Frigintini: “L’on. Minardo ha sceneggiato un film”

“Prendiamo atto che, dopo anni di assenza dal dibattito politico-amministrativo della città, l’On. Nino Minardo ha deciso di scendere in campo”. E’ il Partito Democratico di Modica a parlare con questi toni contro il parlamentare del PdL, dopo le “rimostranze” di quest’ultimo relativamente alle posizioni assunte e non sulla soppressione della Stazione Carabinieri di Frigintini. “Le ultime prese di posizione relative alla questione della Caserma dei Carabinieri di Frigintini testimoniano peraltro di che campo minato si tratti – dice il Pd – Invitiamo l’on. Minardo ad evitare di contraddirsi in modo troppo evidente; infatti oggi egli afferma che la scelta di chiudere la Stazione dei Carabinieri di Frigintini attiene esclusivamente a valutazioni del Comando Generale dell’Arma quando appena pochi mesi orsono rassicurava, per tramite del consigliere Azzaro, che a seguito delle informazioni acquisite non era in programma alcuna soppressione della caserma. Delle due l’una: o è una scelta di esclusiva competenza dell’Arma rispetto alla quale l’organo politico nulla può, ed allora quel comunicato rassicurante millantava credito, o l’on. Minardo pensava di poter garantire politicamente il mantenimento della Stazione ed ora, non essendoci riuscito, cerca di defilarsi. Certo le assicurazioni dell’on. Minardo hanno indotto ad abbassare la guardia facendo ritenere risolta una questione che risolta non lo era affatto.

Ma tutto questo non sarebbe niente rispetto alla sceneggiatura cui abbiamo assistito in questi giorni:
scena numero 1 – l’on. Minardo ritiene di non partecipare come un comune politico all’assemblea tenutasi nel centro sociale di Frigintini alla presenza di centinaia di cittadini, del Sindaco, di altri parlamentari, di consiglieri comunali e provinciali;
scena numero 2 – senza raccordarsi con nessuno, né col comitato né col Sindaco, l’onorevole cerca di fissare un incontro col Prefetto;
scena numero 3 – già la sera prima, ignorando che il Sindaco ed il Comitato quell’incontro lo avevano già chiesto, fa un comunicato per informare che il Prefetto gli aveva fissato un incontro alle dieci: un vertice istituzionale ottenuto per sua intercessione (“intercedendo nel mio ruolo” recita testualmente il comunicato del giorno dopo).
scena numero 4 – venuto a sapere che il Prefetto, persona di grande correttezza e sensibilità istituzionale, aveva invitato pure il Sindaco e gli altri rappresentanti, decide di “primo mattino” di incontrare separatamente il Prefetto.
scena numero 5 – non contento di ciò, alle dieci, mentre il Sindaco, l’On. Ragusa, i consiglieri e la delegazione dei cittadini, dopo una breve attesa, entrano nella stanza di Sua Eccellenza, d’un tratto fa la sua apparizione e si siede con tutti gli altri al tavolo. Tutti pensano che parteciperà alla discussione; e invece no, aspetta che i giornalisti presenti, su autorizzazione del Prefetto, facciano le riprese televisive e accertatosi di essere stato ripreso, fra lo stupore di tutti, si alza, saluta e se ne va! Come a dire: io ho già fatto tutto, mi restava ormai solo di farmi riprendere, ora posso andare. Il Prefetto ora vi ascolterà e vi informerà; intanto che voi (Sindaco, Parlamentari, consiglieri, cittadini) chiaccherate, io vado a preparare il comunicato per intestarmi il merito della soluzione!
scena numero 6 – non contento ancora di tutto ciò, prontamente informato delle novità, tiene a far sapere che la proposta del Sindaco, accolta con favore dal Prefetto, di mettere a disposizione dei Carabinieri dei locali comunali, è in realtà una intuizione del consigliere Azzaro. Per il Sindaco, rimane nel comunicato solo lo spazio per qualche altro insulto, non ultimo quello di definirlo “pro tempore”.

Peccato che per noi e per il Sindaco, definire un incarico elettivo “pro tempore” non è una diminutio ma un dato di fatto e soprattutto una categoria culturale e politica (tutti per fortuna siamo eletti per un tempo determinato!). Forse che anche l’on. Minardo non è un deputato “pro tempore”?

Concludiamo col sorriso amaro di chi gradirebbe che si tornasse a confrontarsi in modo più rispettoso e soprattutto che le rappresentanze politiche e istituzionali avessero la misura e la responsabilità di coordinarsi per la risoluzione dei problemi della nostra comunità”.

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