Bimbo morso dal cane. Modica, i risultati dell’indagine interna all’Ospedale Maggiore

Nessuna responsabilità e, soprattutto, la giusta attenzione, nella vicenda sanitaria che ha visto vittima il bambino di quattro anni, morso da un cane lo scorso 13 giugno. Lo sostiene il direttore sanitario dell’Ospedale Maggiore, Piero Bonomo, a conclusione dell’indagine interna, a seguito delle rimostranze dei genitori del minore e della protesta del sindacalista Isa, Giorgio Iabichella. Bonomo ha inviato la sua relazione al direttore generale dell’Asp che aveva chiesto chiarimenti. “Il 13 giugno – spiega – alle 10,39, si sono presentati al Pronto Soccorso una mamma e il figlioletto che, a detta della donna, era stato morso dal cane di proprietà del nonno, con conseguenti ferite e abrasioni al dorso da caduta. I medici erano impegnati in codice rosso a seguito di incidente stradale, ciononostante i il personale sanitario, nonostante la sala d’attesa fosse piena, si è premurato per fare passare in sala medica il bambino anche se le ferite riportate non destavano alcuna preoccupazione o urgenza poiché non vi era in corso alcun sanguinamento, per questo è stato assegnato in codice verde”. Dopo la prima medicazione il minore è stato inviato, secondo la relazione di Bonomo, all’ambulatorio di ecografia per tornare al Pronto Soccorso “per un eccesso di prudenza che l’ospedale adotta nei casi di morsi di cani”. Il bambino fu poi ricoverato in Pediatria. “Il Pronto Soccorso – aggiunge il direttore sanitario – come prassi generale, ha trasmesso via fax all’igiene pubblica l’avvenuto morso di cane”. Due giorni dopo la mamma fu convocata dal servizio igiene pubblica ma dichiarò, invece, che il cane non era del nonno del bambino e che il proprietario era sconosciuto. A questo punto i responsabili sanitari segnalavano la vicenda all’Ufficio Veterinario. “Addirittura – aggiunge Bonomo – veniva rifiutata la vaccinazione contro la rabbia. Non risulta vero che dal Pronto Soccorso nessuno aveva avvertito il veterinario e che lo stesso fosse stato avvertito dai parenti del piccolo. Rigettiamo, in ogni caso, la considerazione sulla gestione e valutazione dei casi sanitari gravi fatta da Iabichella che è priva di fondamento, lesiva della dignità professionale dell’operatore del Pronto Soccorso”.

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