Al Teatro “Garibaldi” di Modica, ha riscosso ampio consenso la rappresentazione teatrale del monologo “Quattro parole a quattro mosche”, scritto e diretto da Sebastiano Maurizio Alaimo; lavoro che affrontava il delicato tema della follia e della sofferenza della condizione umana.
L’iniziativa è stata promossa dall’ASMeCoP, (Associazione Scientifica Mediterranea di Psicologia Cognitiva) di Modica, patrocinata dal Comune di Modica, dalla Provincia Regionale di Ragusa, in partnership con l’ISPEM di Caltanissetta, la Scuola di Servizi Sociali di Modica, Ingegni Cultura di Modica e il Coordinamento Pro diritti H di Ragusa.
Il monologo è stato introdotto dal dott. Giovanni Duminuco, esperto di neurofilosofia, che ha ripercorso le tappe principali della prospettiva sociale della malattia mentale.
Il monologo è stato quindi messo in scena dall’attore Sebastiano Mancuso, diplomato presso il Teatro Stabile di Catania, che è riuscito ad interpretare con grande intensità il ruolo del protagonista, Martino Mezzatesta, catturando l’attenzione del pubblico presente. Un pubblico numeroso (oltre 250 i biglietti staccati per l’ingresso al botteghino) che ha fatto da silenziosa e commossa cornice alla rappresentazione teatrale.
Per mezzo della finzione scenica è stato possibile esprimere e riproporre alcuni stati mentali e condizioni che caratterizzano gravi patologie mentali, quali allucinazioni, delirio, isolamento sociale, sofferenza psichica, angoscia. Il protagonista, il giovane Martino Mezzatesta, si è ritrovato a disquisire sulla sua condizione, servendosi proprio della parola per esternare la sua umana condizione caratterizzata da un evidente rapporto conflittuale tra soggetto e mondo esterno. E nel suo folle parlare a “quattro mosche” ha raccontato la sua storia personale, condizione prodromica della disorganizzazione e dissociazione, preludio dell’inevitabile emarginazione sociale. Al di là dell’incarnazione della follia Martino, alla ricerca di una impossibile apertura sull’indicibile, non ha risparmiato, parlando “con le mosche”, di affrontare tematiche classiche del vivere umano come il senso della vita, la costruzione di una identità soggettiva, la morte. Il finale è stato un altro “colpo di scena”: Martino si spoglia letteralmente (toglie il costume) del suo status di folle, si cambia in scena, ed indossa un vestito elegante scuro, da savio, da normale, e quindi scende tra il pubblico a salutare ognuno con una stretta di mano.
Uno spettacolo certamente suggestivo sul piano artistico ma anche una “finestra” aperta sulla clinica pscichiatrica e sulla sofferenza umana.
Particolarmente soddisfatta la dott.ssa Luisa Lucifora, referente dell’ASMeCoP che ha organizzato l’evento, dell’obiettivo raggiunto, ovvero usare la forma d’arte del teatro per veicolare in maniera diretta, immediata e pregnante dei messaggi forti che possano portare sempre più alla condivisione e alla riflessione sui grandi temi della convivenza sociale e della sofferenza umana. Ciò di fatto sembra essere accaduto se è vero, come è vero, che ancora oggi molti a Modica incontrandosi continuano a parlare con commozione di Martino e del suo insensato parlare a “quattro mosche”.
A sottolineare il successo dell’iniziativa, sono stati anche gli interventi finali della dott.ssa Sabina Fontana, presidente del Coordinamento provinciale Pro Diritti H, della dott.ssa Matilde Sessa, vide-direttore dalla Scuola Servizi Sociali di Modica, del prof. Incatasciato, presidente dell’associazione Ingegni Culura di Modica, di Dario Cerruto del Progetto “Crisci Ranni” della Cooperativa Don Puglisi e, tra i presenti in platea, anche l’assessore provinciale Ivana Castello che si è complimentata mostrando grande apprezzamento e soddisfazione per il risultato raggiunto e per l’ambizioso traguardo di questo progetto sociale e culturale.
Il progetto infatti, si proponeva, ben oltre il mero coinvolgimento emotivo, di offrire un contributo concreto devolvendo in beneficenza il ricavato della serata ad uno dei progetti sociali presenti nel territorio modicano e proprio ieri, 30 giugno 2011, è avvenuta la consegna del ricavato totale della serata di € 500,00, presso la struttura del progetto “Crisci Ranni” gestito dalla cooperativa Don Puglisi di Modica, progetto di animazione di strada, diretto ai minori svantaggiati, che ha come obiettivo anche la rivalutazione del sito della Fontana (Ex foro boario). Tale somma, infatti, è destinata all’acquisto di attrezzature sportive e più precisamente verranno acquistate due porte per il campetto di calcio situato presso la sede “Crisci Ranni” dove si svolgono quotidianamente le attività dirette e proposte ai minori del progetto.
Modica. Al “Garibaldi” successo per “Quattro parole a quattro mosche”
- Luglio 1, 2011
- 6:07 pm
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