Dalla solidarietà alla condivisione. La “Giornata del Rifugiato 2011” organizzata dalla Diocesi di Ragusa in collaborazione con la Caritas, consegna questo messaggio alle numerosissime persone accorse per quella che è stata più di una semplice festa interetnica. “La loro storia è la nostra storia” è il sottotitolo che a livello nazionale è stato dato all’iniziativa e che, a Ragusa, coincide con i dieci anni di lavoro per i progetti della Fondazione San Giovanni Battista.
Il centro SPRAR di via Ungaretti a Ragusa, sede del progetto “Famiglia amica” ha ospitato momenti di gioia, ma anche attimi di intense riflessioni sul fenomeno dell’immigrazione, con particolare rilievo per quella dei rifugiati e richiedenti asilo. Una realtà presente in provincia di Ragusa da ormai dieci anni e che vede quotidianamente sul campo operatori e professionisti capaci di garantire un servizio che nobilita l’intero territorio.
“Questa struttura di via Ungaretti – ha detto Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana di Ragusa – ha visto nascere i progetti per richiedenti asilo. La diocesi ha inteso dare un segnale per rispondere ad una esigenza che allora si iniziava a manifestare e che in quel momento ci interpellava anche come cristiani. Voglio dire grazie ai tanti operatori che qui lavorano ed hanno lavorato per offrire un servizio degno a questi nostri fratelli”.
“Da questa struttura – sottolinea padre Carmelo Tidona, presidente della Fondazione San Giovanni Battista, ente gestore del progetto SPRAR – emerge un fiore grande di solidarietà. Il lavoro che viene qui svolto ha finalità sociali e culturali. Mi auguro per il futuro che possano ancora lavorarvi persone piene di carità”.
Nel corso della serata è intervenuto anche il presidente della Provincia, Franco Antoci. “Sono qui per ringraziare chi lavora in questa struttura che io, come ingegnere, progettai trenta anni addietro. Qui si trovano a vivere amici ed amiche che provengono da varie parti del mondo e che trovano in questa terra amicizia ed ospitalità. I ragusani, infatti, sono memori del fatto che anche la nostra fu una terra di emigrazione e, dunque, anche noi possiamo capire il dramma dell’immigrazione”.
I progetti della rete SPRAR della Fondazione San Giovanni Battista hanno accolto in dieci anni oltre 700 persone in fuga da 24 paesi. Sono 166 le vulnerabilità riscontrate, 22 le nascite di bambini avvenute nei nostri ospedali. La presenza di immigrati suddivisa per orientamento religioso rivela che il 53% di essi è musulmano, mentre il 47% è cristiano.
La festa multi etnica è il risultato conclusivo di una giornata speciale. “Ringrazio tutti gli ospiti del centro – spiega Pinuccia Cavalieri, responsabile del progetto Famiglia amica – che hanno contribuito alla buona riuscita di questa giornata. Molti di loro, pur essendo usciti da molti anni dal centro ed essersi integrati, sono voluti tornare per un giorno preparando piatti tipici dei loro paesi di origine. Sulla nostra tavola sono presenti piatti tipici di 9 paesi diversi, dalla Cina all’Eritrea, passando per il Libano, l’Armenia, l’Etiopia, l’Azerbaijan”.
Partner della Giornata del rifugiato anche i ragazzi del Progetto “Voglio dire…” coordinato dal consorzio “La Città solidale”. “E’ importante lavorare – avverte Aurelio Guccione, presidente del Consorzio – per accogliere gli stranieri e, dunque, aiutarli nell’inserimento socio lavorativo. Mi auguro, in tal senso, che grazie alla collaborazione proficua tra il Consorzio La Città Solidale e la Fondazione San Giovanni si possa sempre fare di più e meglio per questi nostri amici”.
La serata, che ha visto la proiezione di un video sui dieci anni di lavoro svolto dalla Fondazione, si è chiusa sulle note del gruppo “Furriannu a sud” a suggellare in festa una serata davvero speciale.
Ragusa. “Giornata del Rifugiato. La loro storia è la nostra storia”
- Luglio 2, 2011
- 12:15 pm
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