Dalla seconda metà del 2008 Modica, sotto lo slogan “In mani sicure”, è guidata del sindaco Antonello Buscema. Lamentele a parte, è innegabile che Buscema ha ereditato una città con una situazione bi-fronte: positiva per quanto concerne la sua crescita economica, turistica, occupazionale , produttiva, essendo, ormai, inclusa in circuiti culturali e turistici internazionali; preoccupante ed allarmante relativamente alla ordinarietà del suo percorso amministrativo, a causa di una situazione finanziaria ai limiti del dissesto.
Torchi aveva lanciato al massimo l’immagine di Modica, divenuta città d’arte e meta ambita da visitatori, turisti e forze imprenditoriali, ma la sua politica amministrativa, – di “investimento” dal suo punto di vista, di “sprechi e propa-ganda” dal punto di vista dei suoi avversari politici – , se, da una parte, si era rivelata produttiva per le piccole e medie imprese della città, dall’altra è risultata poco compatibile con le risorse finanziarie del Comune, caduto in una grave crisi di cassa senza precedenti. Buscema, che conosceva bene tale stato di cose, ha avuto il coraggio, nonostante i suoi tentennamenti, di proporsi alla città, che lo ha scelto più per le sue qualità umane e morali che per quelle politico-amministrative.
L’amministrazione Buscema nasce, in fondo, come frutto della “vendetta politica” dell’on. Riccardo Minardo, il quale, dopo aver rotto con il suo partito, Forza Italia, ed essere entrato nel MpA, rompe anche con il centrodestra, decidendo di presentare a sindaco il suo delfino Enzo Scarso, già presidente del consiglio comunale, così da creare le condizioni per un ballottaggio a favore di Buscema.
La strategia di Riccardo Minardo si è rivelata, alla fine, vincente, consentendo a Buscema di sedere, con il suo appoggio, sulla poltrona di primo cittadino e di mandare all’opposizione i suoi ex alleati.
Dentro questo quadro strategico, Buscema si è rivelato “l’uomo utile” per la causa di Riccardo Minardo, è stato “l’uomo giusto”per la città, ormai stanca di certi comportamenti politici.
Il sindaco Buscema è stato anzitutto un uomo coraggioso: sapeva,essendo stato anche lui amministratore dai tempi dell’avv. Ruta , di trovare , sul piano finanziario, un comune simile alla “Gerusalemme distrutta”, che a far diventare tale aveva contribuito lo stesso on. Riccardo Minardo, il cui suo vero obiettivo, quello di vendicarsi politicamente dei suoi ex alleati, lo ha raggiunto pienamente, in ossequio al suo piano strategico. Il sindaco Buscema avrà pure molti limiti, ma un merito non glielo può togliere nessuno: ha evitato di far dichiarare Modica comune dissestato, con tutte le gravi conseguenze che tutto questo avrebbe comportato per dipendenti comunali, ex amministratori e cittadini tutti.
E’ vero, dal suo insediamento ad oggi l’unica parola d’ordine di Buscema è stata “il risanamento finanziario”. Egli ha infatti intrapreso la strada dei tagli, della razionalizzazione del personale, della riduzione dei servizi , gestendo al meglio e come umanamente possibile, una situazione difficile e complessa come non mai.
I primi tre anni dell’amministrazione Buscema hanno fatto registrare soltanto un riassetto della macchina amministrativa comunale e l’attuazione di una politica finanziaria che ha avuto l’obiettivo di riequilibrare la situazione delle casse del Comune, e che ha visto, fra l’altro, la fine dell’Università in città e la messa in liquidazione della Multiservizi e della Modicareteservizi.
Negli altri settori della vita amministrativa Buscema ha portato avanti opere già avviate dalla Giunta Torchi, mentre sul piano turistico si è avvertito un calo di presenze con chiari risvolti sul piano economico ed occupazionale
La città stava sfiorando la caduta nel dissesto finanziario, ma l’appello del sindaco Buscema alle forze produttive, imprenditoriali e ai cittadini ad una collaborazione ha trovato una discreta risposta, evitando così di far sprofondare Modica nel baratro.
L’azione politica del primo cittadino si è snodata con nervi saldi, discrezione e determinazione. Oggi, Modica vive, pur avendo un’amministrazione ed un consiglio comunale, come una “città commissariata”. La politica e i partiti non sembrano avere più nulla da dire; i rapporti tra maggioranza ed opposizione sono solo formali e privi di anima e passione politica; i cittadini stanno a guardare e quelli di maggiore buona volontà si offrono, chi un settore chi in un altro, come volontari. La città, grazie anche alle sopraggiunte vicende giudiziarie che hanno colpito amministratori e funzionari comunali, è divisa tra buoni e cattivi, onesti e disonesti, bravi ed incapaci, palazzinari e protettori dell’ambiente, arrivisti e volontari; e naturalmente questa divisione sta penalizzando la coesione sociale.
Il sindaco Buscema, oltre al merito che non gli si può negare, è chiamato a questo punto ad una nuova prova: i modicani sono in attesa di capire e di stabilire il confine tra una situazione finanziaria del Comune usata a convenienza come una sorta di “alibi politico” per difendersi da attacchi per inefficienze e disservizi che in città sono anche’essi innegabili,(si veda clorazione dell’acqua, discarica rifiuti, scerbatura,) e la vera capacità progettuale e di sviluppo economico della città che la sua Amministrazione deve porre in essere. Alla città di Modica serve , oltre un sindaco ”brava persona”, anche un sindaco “manager politico-amministrativo”, visto che la nuova legge per l’elezione del sindaco, con mio chiaro rammarico, lo ha così configurato.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO……… di DIRETTORE. DAL “MERITO” DEL SINDACO BUSCEMA ALLE NUOVE ATTESE AMMINISTRATIVE DI MODICA
- Luglio 4, 2011
- 8:26 am
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