La villetta della signora Lombardo a Ispica. C’è una nuova inchiesta. Indagati funzionari del Comune e della Sovrintendenza

Il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, ha avviato una seconda inchiesta sulla villetta a mare intestata a Saveria Grosso, moglie del presidente della Regione Raffaele Lombardo, di Contrada Cirica, a Marina Marza, territorio di Ispica. Mentre si rimane nell’attesa di conoscere la data del processo sulla prima indagine per la quale c’è, dallo scorso mese di febbraio, citazione diretta a giudizio per la donna, la magistratura inquirente sta procedendo con una nuova indagine nella quale sono iscritti sul registro degli indagati funzionari e dipendenti del Comune di Ispica e di altri enti per i quali era necessario il parere per la ristrutturazione dell’immobile e tra questi la Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali di Ragusa. La Procura, insomma, vuole vederci chiaro su tutta la vicenda su quella che ritiene sia una struttura abusiva, in atto sotto sequestro e che è già passata per tutti i gradi di giudizio, in ultimo la Corte di Cassazione cui si è rivolto il difensore della Grosso, l’avvocato Salvatore Poidomani del Foro di Modica, con conseguente rigetto della richiesta di dissequestro. Nella prima inchiesta dovranno comparire dinanzi ai giudici ordinari anche il direttore dei lavori e il legale rappresentante dell’impresa che li ha eseguiti. I sigilli alla casa erano stati apposti dai carabinieri su decisione dello stesso Procuratore Puleio, il quale aveva ipotizzato un abuso edilizio su un immobile comunque già “sanato” e con riferimento al quale ha adesso disposto la citazione diretta della moglie di Lombardo e degli altri due indagati mentre va avanti, come si diceva, questa nuova indagine parallela. La casa, edificata a meno di centoventi metri dalla battigia, limite minimo consentito dalla legge, si estende su settanta metri quadri. Già in passato l´immobile, in origine di proprietà del Governatore, che poi lo donò alla moglie, era stato sottoposto a sequestro. Fu dissequestrato dal Tribunale della Libertà di Ragusa e nuovamente oggetto di apposizione dei sigilli. Per l’avvocato Poidomani il recupero fedele del piccolo immobile era avvenuto dopo avere seguito un iter amministrativo durato quasi quindici anni

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