L’immobile sulla collina dell’Itria. Modica, il sindaco risponde a D’Antona

Sulla vicenda dell’ edificio in costruzione sulla collina dell’Itria a Modica, oggetto di ampio dibattito e sulla quale sono intervenuti i consiglieri comunali, Vito D’Antona, e Miche d’Urso, il sindaco, Antonello Buscema, risponde con una lunga nota al primo, esponente di Sel.
“Confesso che nel caso in oggetto – dice il primo cittadino – sono rimasto molto perplesso non tanto per il contenuto quanto per i tempi e per le considerazioni che ne trae, lasciando intendere che ci siano delle contraddizioni tra le posizioni da me prese oggi in materia ambientale rispetto al passato. Pur non volendo escludere totalmente che quando si governa si guardano le cose da una prospettiva diversa, tuttavia la voglio assicurare che la mia sensibilità sui temi ambientali e sulla tutela del paesaggio è rimasta tal quale. Quello che però non è concesso a chi governa è il cavalcare opportunisticamente o strumentalmente la protesta, soprattutto quando tale protesta porta sì un consenso facile ed immediato ma nei fatti rischia essere improduttiva o addirittura dannosa .
Entrando nel merito della questione voglio innanzitutto farle notare che i lavori dell’edificio che tanto scandalizza oggi lei e tanti altri sono stati avviati nel 2007 a seguito di concessione rilasciata nel 2006. Sottolineo questo dato non tanto per scaricare le responsabilità sui precedenti amministratori quanto per chiedere a lei ( e ai “tanti altri”) come mai non ci si è mobilitati allora, come mai si è assistito senza fiatare alla costruzione dell’intera struttura in cemento armato e soprattutto come mai in questi anni durante i quali questo “scheletro” ha fatto bella mostra di sé sulla collina non si è interrogato sulla destinazione urbanistica dell’area, sugli eventuali pareri della sovrintendenza, sul perché i lavori si erano fermati, ecc. Capirà che sono domande legittime poiché, come lei mi insegna, in campo ambientale come in politica i tempi non sono neutri! Non a caso tutte le “battaglie” ambientali che lei cita e che ci hanno visto alleati furono avviate non dopo 5 o 7 anni dall’inizio dei lavori ma subito o quasi subito, appena saputo del rilascio della concessione o appena constatato che qualcosa non andava e che qualcuno stava iniziando a deturpare l’ambiente. Ne è conseguito che il tempismo di queste nostre comuni “battaglie”, allorchè vinte, ha permesso di scongiurare i paventati danni o di ridurli al minino. Anche nel recente caso dell’edificio in via Fontana, ancorché munito di tutti i pareri ( della Sovrintendenza e del Genio civile ) l’Amministrazione, preso atto della situazione, ha deciso e ha trovato un modo per intervenire quando ancora la costruzione era giunta al piano della strada e si era ancora in tempo per evitare l’impatto ambientale ed al contempo non esporre l’Ente alle legittime rivalse del privato.
Non è questo assolutamente il caso dell’edificio oggetto della sua interrogazione dove invece intervenire in questo momento comporterebbe innanzitutto “obbligare” la Sovrintendenza, unico ente competente in materia di tutela del paesaggio e quindi in grado di bloccare i lavori con queste motivazioni, a modificare il parere dopo essersi espressa, seppur incautamente, con ben 4 pareri positivi. Ma se questo bastasse , sarei d’accordo con lei sul fatto questo tentativo andrebbe comunque esperito col massimo della convinzione.
A questo punto però subentrerebbe un secondo problema : esporremmo il Comune ad una richiesta di risarcimento danni certamente esosa atteso che il privato, legittimamente dal suo punto di vista, intenterebbe immediatamente una causa il cui esito sarebbe pressoché scontato avendo egli agito nel pieno rispetto della legge e delle norme urbanistiche ed avendo già sostenuto spese notevoli in questi 5-6 anni ! Ma anche in questo secondo caso, pur conoscendo direttamente la delicata situazione finanziaria del Comune, potrei convenire con lei sul fatto che forse sarebbe preferibile sborsare qualche centinaia di migliaia di euro anziché deturpare una delle colline più suggestive di Modica!
Ma purtroppo le controindicazioni non si fermano qui e a questo punto subentra il realismo ed il senso di responsabilità di chi governa che deve saper andare al di là della facile polemica e della protesta rumorosa alla quale invece è più semplice prestarsi quando si sta all’opposizione e ogni pretesto è valido per cercare di mettere in cattiva luce l’Amministrazione (anche se quest’ultima valutazione certamente non vale per il consigliere D’Antona ).
Infatti quello che mi preoccupa di più ( e mi meraviglio che un consigliere attento e competente come lei non se ne renda conto ) è che assecondare una protesta ed una indignazione tanto apparentemente legittima quanto colpevolmente tardiva rischia di far sì che il rimedio sia di gran lunga peggiore del male. Non c’è infatti alcun dubbio che sospendere oggi i lavori, con un pretesto qualsiasi, determinerebbe un contenzioso col privato anche dal punto di vista amministrativo il cui esito oltreché incerto nel merito sarebbe sicuramente imprevedibile nei tempi. Insomma, per i prossimi decenni, avremmo evitato a Modica, patrimonio dell’Unesco, l’onta di vedere sorgere su una delle sue colline un edificio che per quanto “scandaloso” sarebbe comunque completato a regola d’arte , secondo le prescrizioni, immagino scrupolose, della Sovrintendenza e che potrebbe essere ulteriormente schermato con un apposito arredo a verde. In cambio avremmo garantito alla nostra città la visione di uno spettacolare scheletro di pilastri in cemento armato, di pari ingombro dell’edificio completo ma certamente più suggestivo e “barocco” ( la struttura incompleta della scuola delle Suore della Catena che dagli anni ’80 “abbellisce” il quartiere rappresenta un illustre precedente !!! ).
Ci rendiamo conto che questo esito non possa preoccupare più di tanto chi per 4 anni ha tollerato in silenzio i pilastri in cemento armato e si sta improvvisamente indignando ora che si stanno completando i lavori , ma penso che sia giusto che preoccupi un amministratore responsabile ed anche un consigliere serio e stimato come lei.
Allora invece di attardarci in battaglie che in quanto tardive rischiano di essere inutili o peggio controproducenti, guardiamo al futuro ponendo le premesse, innanzitutto urbanistiche, perché certi episodi non abbiano più a ripetersi . E queste premesse – conclude Buscema – sono rappresentate innanzitutto dalla nuova variante al P.R.G. a cui questa Amministrazione ha seriamente lavorato e che ci auguriamo il Commissario possa al più presto adottare, ma sono rappresentate anche da una attenta vigilanza che va preventivamente esercitata su tutte le concessioni che seppur dotate formalmente di tutti i pareri non dovessero essere nella sostanza coerenti con le esigenze di tutela e di valorizzazione della nostra città e del suo centro storico”.

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