Stanotte è accaduto a Modica un grave fatto di cronaca che non può non indurre a serie riflessioni. Nel cuore della notte, è andata in fiamme la struttura d’un noto imprenditore modicano, Giorgio Adamo, che nel corso di alcuni decenni, era riuscito a creare una società d’import-export nel settore dei legumi e della frutta secca di notevole prestigio. Accorso sul luogo della sciagura, l’imprenditore, resosi conto che i sacrifici di tutta la sua vita stavano andando in fumo, è stato colto d’infarto, morendo all’istante. Il grave fatto di questa notte, proprio perché accaduto in una realtà sociale che fino a non molto tempo fa era etichettata come facente parte di quella Provincia cosiddetta “babba” per distinguerla da altri Comuni limitrofi afflitti da sempre da eventi delinquenziali, induce a riflettere sul fatto che anche Modica, probabilmente, non è più immune da certi fenomeni. Il fatto di stanotte è doppiamente grave, perché oltre a mettere in rilievo la presenza di qualcosa che Modica fortunatamente ignorava, pone l’attenzione sulla figura del soggetto imprenditoriale che oltre a tribolare da alcuni anni per la crisi che non ha risparmiato alcun settore, si trova forse da qualche tempo a dover fare i conti con situazioni che ne decreteranno la sicura scomparsa. Ma si può perdere la vita, morendo di crepacuore a 49 anni, perché la società è sempre più imbarbarita ? Giunga la mia personale solidarietà alla famiglia di questo stimato signore, vittima innocente d’una società sempre più degradata.
NON SI PUO’ MORIRE DI CREPACUORE. La riflessione di Giombattista Ballarò
- Luglio 9, 2011
- 1:03 pm
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