Stamani Modica si è frmata per i funerali di Giorgio Adamo, l’imprenditore deceduto sabato mattina per infarto quando la sua azienda stava bruciando. Nonostante non sia stato proclamato il lutto cittadino, invocato da molti, il Duomo di San Giorgio era strapieno come non mai. La polizia municipale ha dovuto attuare il senso unico di marcia per sopperire alle centinaia di autovetture giunte sul posto e non solo da Modica ma da buona parte della Sicilia. La bara è stata portata a spalle dai suoi dipendenti, tutti vestiti con la stessa magliette e in lacrime. Si alimenta, frattanto, sempre più l’ipotesi che l’incendio che ha distrutto l’azienda di Giorgio Adamo, in Contrada Addolorata-Mola, sia di natura accidentale. Carabinieri e vigili del fuoco sembrano più propensi su tale aspetto. Smentite le voci che il fuoco si sia alimentato da tre punti diversi. L’ipotesi che va per la maggiore è quella del surriscaldamento di un impianto di molitura della frutta secca, probabilmente per un guasto che avrebbe raggiunto una temperatura troppo elevata fino a determinare la scintilla che poi ha attaccato il materiale che si trovava accatastato all’interno dei magazzini. Ci hanno messo circa trenta ore i vigili del fuoco per domare le fiamme. Ci sono polemiche in corso sulle procedure d’azione ma, come si sa, in queste circostanze ognuno ha la propria soluzione migliore. E’ stato, nel frattempo, completato il trasferimento del materiale che è stato possibile mettere al riparo dalle fiamme e che si trovava nei piani scantinati dell’azienda, depositati in un magazzino di uno dei tantissimi amici di Giorgio Adamo, a Maganuco. Sono stati in tanti a prodigarsi per dare una mano d’aiuto in queste operazioni. Nelle prossime ore entreranno all’opera i vari tecnici per stabilire le reali cause ma sembra che ci siano, comunque, pochi dubbi sull’assenza del dolo.
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