Modica, i funerali di Giorgio Adamo. Il parroco: “Ci siamo chiesti tutti se sia stata una tragica fatalità o il frutto della cattiveria umana”

“Non possiamo consegnare la Città di Modica alla paura”: è stato fortissimo il monito lanciato dal pulpito di San Giorgio da parte del parroco, Don Giovanni Stracquadanio, che ieri mattina ha concelebrato insieme al Vicario generale della Diocesi di Noto Don Angelo Giurdanella il funerale di Giorgio Adamo.

Sebbene già Giurdanella avesse fatto la propria omelia, con un messaggio nel segno della fede e dell’amore cristiano, il parroco si è sentito responsabile, nel suo ruolo di guida spirituale della comunità locale, di lasciarne uno più pregnante e più attuale: un messaggio davvero in grado di interpretare il profondo turbamento di una Città che, alla notizia dell’incendio che sabato notte ha distrutto l’azienda di frutta secca e legumi di Adamo e ha causato la sua morte per crepacuore, non riesce proprio a scacciare il dubbio che non si sia trattato solo di un incidente. “Ci siamo chiesti tutti se sia stata una tragica fatalità o il frutto della cattiveria umana –ha detto Stracquadanio- e nessuno si scandalizzi per quello che sto dicendo, perché è proprio quello che tutti abbiamo nel cuore”.

Da qui, il suo incitamento: “Non dobbiamo lasciarci prendere dallo scoraggiamento, a tutti gli imprenditori dico di non arrendersi di fronte a quello che è successo. L’esempio di Giorgio è un esempio di amore: non vi sentiate nemici tra voi, non lottate l’uno contro l’altro, perché solo l’unione è la nostra forza. Questa terra di Sicilia non può sempre patire queste pene, di imprese che non si riescono a portare avanti, di uomini coraggiosi frenati da mille ostacoli. Vi invito a vivere la solidarietà, perché essere uniti è l’unico modo per vincere la paura”.

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