Spi Cgil Ragusa. Forte mobilitazione e azione unitaria con Cisl e Uil. Il direttivo provinciale lancia la sfida alle misure del governo

Una forte e mirata mobilitazione che preveda iniziative eclatanti che uniscano il filo dell’unità sindacale con Cisl e Uil. Su questa sintesi si dispiega la risposta dello Spi CGIL ( la categoria con più iscritti del sindacato della Camusso) di Ragusa che, stamani, nel corso del Comitato Direttivo ha valutato, in un interessante dibattito, la situazione politico-sindacale e sulla manovra del Governo.
Anche perché, come ha evidenziato Saverio Piccione, segretario generale dello Spi CGIL Sicilia, questa manovra del governo è iniqua perché colpisce i ceti più deboli; è sbagliata perché non risolve il problema dello sviluppo del Paese e quindi non affronta per niente il problema del lavoro. Insomma la CGIL e l’opposizione al governo non la possono condividere e quindi va completamente modificata.
Rimane aperta la questione della destinazione delle risorse che non sono poche. In Sicilia si è passati dai 370 milioni di euro nel 2009 ai 240 del 2011. Al ribasso va agganciato uno spreco invisibile delle risorse nel senso che solo il 30% di queste sono a beneficio dei destinatari. Il resto si perde nelle maglie della burocrazia. In questo senso bisogna capire cosa accade e superare lo stato paludoso con cui vengono gestiti i servizi sociali in Sicilia
Il punto tragico della situazione è raccolto nei dati forniti all’assemblea dal segretario generale dello Spi CGIL di Ragusa, Roberta Malavasi, la quale ha evidenziato come nel Paese ci sono tre milioni e duecento mila persone ( 5,2 degli italiani) che vive in povertà assoluta e poi ce ne sono otto milioni ( il 13,8% degli italiani) che vivono al di sotto della soglia della povertà stabilita in € 992,00 per una famiglia di due persone, in € 1.600,00 per una famiglia di 4 persone e circa 2.000,00 euro per una famiglia di sei persone.
Secondo l’Istat una famiglia su cinque in Italia è povera o quasi povera. In Sicilia la situazione è più drammatica dove la povertà è al 27% dei siciliani che saranno quelli che pagheranno il prezzo più elevato di questa manovra definita ingiusta e inefficace. La scure poi si abbatterà sui servizi sanitari, sulle pensioni popolari e non su quelle d’oro, sulla condizione della donna e di rimando sulle giovani generazioni. La CGL, ha sostenuto la Malavasi, ha una sua piattaforma alternativa e un modo diverso per reperire le risorse necessarie per far ripartire l’economia: il maggiore prelievo sui grandi patrimoni e sulle rendite finanziare, mente l’incognita più grande rimane la riforma fiscale. La conferenza dei sindaci della provincia di Ragusa ci avvisa come la contrattazione sociale territoriale diventerà sempre più difficile a causa dei continui tagli: ai servizi alla persona,alle fasce sociali più deboli. E’ necessario che gli enti, secondo la Malavasi, producano una politica di recupero di quell’ampia fascia di evasione sui tributi che porterebbe , invece , risorse.
Secondo Giovanni Avola, segretario generale della CGIL di Ragusa bisogna adesso passare dalla proposta ai fatti. Ritiene che la manovra può essere modificata; ci sono ampi margini di correzione per renderla equa. La risposta è nelle mani del sindacato. La risposta è in una forte e convinta mobilitazione. Per tale ragione è già pronto il programma delle assemblee nelle aziende e nei luoghi di lavoro, malgrado la canicola estiva, per preparare una grande iniziativa popolare.
A settembre a Palermo i direttivi congiunti dei pensionati di CGIL, CISL,UIL faranno il punto della situazione pronti a dare seguito ad un imponente movimento d’opinione contro la manovra del Governo.

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