E’ morto ieri all’età di 90 anni uno dei padri dell’ex Democrazia Cristiana, l’on. Remo Gaspare, 16 volte ministro della Repubblica, vice di Aldo Moro. Uscito indenne da Tangentopoli, in una sua ultima intervista ha dichiarato: “Il parlamento di oggi mi sembra una corte dell’800; i partiti non esistono più”. Prendo spunto dalle parole di Gaspare per evidenziare come sia vero che viviamo una situazione di “assenza della politica” e di mediocrità della classe dirigente sia a livello nazionale che locale.
Centrodestra e centrosinistra sono divenuti solo slogans, e parlare di partiti di destra, di centro e di sinistra è diventato solo un modo di utilizzare nomenclature prive di senso, di visioni culturali e concettuali della politica. Anche Modica, in realtà, non conosce più una destra e una sinistra, anche se il linguaggio politico continua a farne uso. In città non esiste una attività programmata di partiti politici e di cui la città sia a conoscenza; non emergono persone che, come in una palestra, si formano, discutono e mostrano di essere dei cittadini attivi per la polis. Nell’ambito delle coalizioni esistono solo “battitori liberi”, delle singole individualità che lanciano messaggi attraverso i media; operano solo gli eletti e coloro che sono stati chiamati ad incarichi assessoriali. La politica è loro compito, tutti gli altri sono ai margini, non hanno alcun potere decisionale.
Oggi siamo a contatto con una concezione della politica delineatasi semplicemente come momento elettorale nel quale molti si sono improvvisati candidati: chi per fare un cortesia, chi per racimolare qualche voto alla propria lista, chi per pagare qualche “cambiale” di favori. Consumato il voto, tutto come prima; la politica diventa un ricordo. Questo scenario, che probabilmente è lo stesso in tante altre città italiane, dice chiaramente il perché oggi la politica è assente.
Le recenti elezioni di Ragusa e Vittoria ne sono state una prova, solo candidature a servizio dei predestinati a rimanere sempre a galla: dei circa 1400 candidati presenti nelle liste elettorali di Ragusa e Vittoria, solo 60 eletti. E tutti gli altri 1340 candidati che fine hanno fatto dopo il voto?
Il sistema maggioritario e bipolare se, da una parte, fa nascere dal basso, cioè dalle urne, le maggioranze che devono governare il Paese o la città o la Provincia o la Regione garantendo la stabilità , dall’altra ha un vistoso limite nel fatto che tende a creare le omologazioni e le uniformità, annullando di fatto la diversità dei partiti, i quali vengono ad avere un ruolo marginale rispetto alla complessa macchina amministrativa. Il maggioritario bipolare ha creato il partito dei sindaci, il partito dei leaders che pensano e parlano per tutti, di pochi che decidono e scelgono, mentre la politica è “comunità di menti”, è “dialogo”dove si decide e si sceglie insieme, evitando assolutizzazioni ed estremismi. E’ augurabile un ritorno al sistema proporzionale con sbarramento, il quale darebbe garanzia di governabilità e consentirebbe di dare spazio alla politica nelle sue varie articolazioni e forme? Non lo so, bisogna ritornare e riflettere!
Oggi, è comunque certo, che non serve la politica rissa, linciaggio morale, denigrazione, insulto, ma la politica come strumento di proposta, di ideazione, di dialogo nella diversità; come ogni arte anche la politica ha bisogno dei suoi grandi artefici, dei suoi leaders e dei suoi artigiani; “naturalmente – diceva Don Sturzo – vi saranno anche dei mestieranti; il pubblico sceglie i suoi beniamini anche fra i mestieranti.”
Oggi non serve la politica menzogna, quasi che mentire fosse un obbligo; non è così. La menzogna viene sempre a galla, ritorna più a danno che a utile. “Se è vero che Bismarck – scriveva Don Sturzo – diceva di usare in diplomazia la verità per far credere il contrario, è più esatto affermare che la verità in diplomazia è un mezzo che presto o tardi produce i suoi frutti inestimabili di comprensione, fiducia, simpatia e solidarietà”.
Oggi serve una politica che coniughi idealità e realismo, valori etici, abilità e competenze; una politica che non abbia timore di dire il no, che non prometta quel che dubita di poter mantenere, che non rimetta a domani quel che può fare oggi e che non faccia in fretta quel che può fare domani con calma. Modica attende una politica che sappia rispettare regole e sappia dare impulso ad un ethos politico rispettoso della diversità e dei rapporti di collaborazione leale e , quando necessario, anche dialettica e conflittuale. Alla nostra città non servono solo amministratori, ma una classe dirigente, sia di centrodestra che di centrosinistra, che sappia “essere partito” nel senso più positivo e vero, cioè palestra di dialogo e di scelte ; alla nostra città servono non “solisti” da mitizzare ma uomini di dialogo che sappiano proiettarla in una visione moderna di democrazia e che sappiano lasciare un segno della loro attività.
La città si ama anche quando si è capaci di ammettere i propri errori, quando si dà spazio alle intelligenze non avendo la paura di valorizzare le attitudini di quanti offrono la propria disponibilità al servizio politico; non possono essere l’adulazione e la vanità l’anima della politica; queste – direbbe Don Sturzo – eccitano e alterano la visione della realtà. Chi fa politica non deve mai pensare – e mi avvalgo sempre di Don Sturzo – “di essere l’uomo indispensabile; dal quel momento farai molti errori. Se sono gli altri a dirtelo guardati come da nemici; ti porteranno fuori strada”.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO ………… di DIRETTORE. CENTRODESTRA E CENTROSINISTRA, NOMENCLATURE PRIVE DI SENSO: MODICA ALLA RICERCA DI UOMINI DI DIALOGO!
- Luglio 20, 2011
- 3:05 am
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