La piattaforma Vega della Edison. Torneo: “Mai petrolio in mare”

“Mai una goccia di greggiop è finita in mare in oltre trent’anni di produzione”. Lo garantisce Salvatore Torneo, capo della piattaforma della Vega Alfa al largo della costa iblea, di proprità dell’Edison che “ha un’attenzione quasi maniacale per il rispetto dell’ambiente”. Edison, proprietaria al 60% come produttore, in comproprietà con l’Eni per il restante 40%, della struttura galleggiante che si trova dal 1987 a 12 miglia al largo di Pozzallo. La Vega Alfa è la più grande piattaforma galleggiante offshore d’Italia e, da due anni, conta sulla nave cisterna Leonis, ancorata a un miglio e mezzo dalla piattaforma, alla quale è collegata tramite dei condotti sottomarini. La Leonis, che ha sostituito un paio di anni fa la dismessa Vega Oil(della quale si è occupata la Procura della Repubblica di Modica, ha un doppio scafo che garantisce sicurezza e assicura la tutela dell’ecosistema marino da eventuali disastri ambientali, quando la nave cisterna è piena del greggio successivamente prelevato dalle petroliere, che lo depositano per la maggior parte nelle raffinerie di Gela.Tutto ciò è emerso nel corso di un’escusione a bordo della piattaforma accompagnati da Lucia Caltagirone dell’ufficio relazioni pubbliche. Il campo minerario Vega produce più di tremila barili al giorno di greggio di discreta qualità, attraverso 20 pozzi profondi circa 2500 metri che si estendono su 28 chilometri quadrati di mare. Il processo di lavorazione prevede, tra l’altro, un raffreddamento del greggio, in origine a oltre 50 gradi, e la riduzione della densità tramite il diluente. Nell’ovale del campo minerario è compresa anche la seconda piattaforma Vega B, che resterà disattivata fin quando proseguirà la produzione della Vega Alfa, che, secondo stime precise, tirerà fuori greggio dalle profondità marine per almeno altri 12 anni. Il tutto nel pieno rispetto delle norme ambientali. Il ciclo produttivo, attivo 24 ore su 24, è rigorosamente chiuso e non consente al greggio di finire in mare. Adeguatamente depurate, vengono riversate fuori dalla piattaforma solo le acque nere (rifiuti organici), quelle grigie (rifiuti umidi) e l’acqua piovana. Periodicamente si effettua lo stoccaggio di rifiuti speciali, quali ruggine e metallo vecchio, raccolti in un container e  poi smaltiti sulla terraferma negli appositi siti. Sono 32 i diversi tipi di rifiuti differenziati. Da settembre sarà avviato un progetto-pilota per la differenziata dei rifiuti umidi, con un’apposita compostiera dove conferire avanzi di cibo e altro per la produzione di fertilizzante e l’abbattimento del 60% di rifiuti indifferenziati. “Il mare circostante la piattaforma è talmente limpido e blu che ci si potrebbe fare il bagno, se non fosse pericoloso a causa delle correnti – dice ancora Torneo, che, assieme al collega Orazio Giudice, capo turno, e ad altri quattro collaboratori, lavorano sulla piattaforma 14 giorni al mese.

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