Cgil, Avola: A due anni dalla riforma sanitaria: si punta più ai risparmi che ai servizi

Sono trascorsi due anni dall’entrata in vigore della riforma sanitaria siciliana ed in provincia di Ragusa le lamentele e lo sfascio non si contano più. I cittadini non trovano risposte ai propri bisogni di salute, a partire dalla vergogna delle liste d’attesa, non degna di un paese civile. I Sindaci si lamentano degli ospedali che non funzionano.
La CGIL ha già chiesto al Direttore Generale dell’Asl di attivarsi per la copertura dei posti di direttore di strutture complesse, specialmente all’Ospedale “Maggiore” di Modica, dove mancano le figure apicali, attualmente coperte ad interim, nei reparti di Chirurgia, Medicina, Ortopedia, Nefrologia e Neurologia.
Si registra, poi, la mancata attivazione di gastroenterologia e del reparto di malattie respiratorie che non trovano allocazione nel distretto 1 per mancanza di spazi. La mancata copertura di questi posti testimonia che non c’è interesse a migliorare l’offerta sanitaria. Giovanni Avola della Cgil ritiene che ci sia di più: è sostenibile gestire il reparto di chirurgia generale con un medico, sia pure di chiara fama, che garantisce due sole presenze mensili ? Il decorso post–operatorio, in particolare quello degli interventi più delicati, è garantito oppure è necessario trasferire i pazienti a Catania ? La situazione non è di quelle che possono definirsi normali. E’ un reparto che, a vista d’occhio, viaggia a due velocità evidenziando forti elementi di criticità e soprattutto di disparità in fatto di offerta della qualità del servizio. Tutto potrebbe risolversi dando certezze e continuità espletando il concorso per primario della divisione.
L’organizzazione della neurologia ha creato tanti problemi nel distretto di Modica e Ragusa per l’assurdo trasferimento dei medici a Vittoria; la mancata copertura del posto lasciato vuoto nella medicina sociale di Modica viene temporaneamente garantita con un medico part-time e per oltre 10 giorni al mese i turni sono lasciati scoperti. Per quanto tempo ancora deve rimanere chiuso l’ambulatorio per la cura contro l’ infertilità?
L’assegnazione dei posti letto in Sicilia è la più bassa d’Italia. Se si applicasse il rapporto abitanti-posti letto, pari al 3,5 come nel resto del Paese, la dotazione organica dell’Asp di Ragusa sarebbe la seguente: 315 mila abitanti per 3,5 posti letto equivalgono a 1.102 rispetto agli attuali 785 assegnati; il personale medico sarebbe composto da 639 unità, rispetto alle attuali 465, il personale infermieristico sarebbe composto da 1.432 unità, rispetto alle attuali 1.027.
All’ Asp di Ragusa gli indici applicati al ribasso hanno portato inevitabilmente al ridimensionamento di tutte le attività ospedaliere, provocando gravi rischi per la salute dei cittadini, l’aumento dello stress e delle responsabilità del personale, che lavora spesso in condizioni di estremo disagio, l’aumento del rischio clinico con inevitabili conseguenze medico – legali. I pazienti sono costretti a girovagare ancora di più per gli ospedali, alla ricerca di un posto letto, non si riesce a garantire la guardia attiva nei reparti e nei servizi, e la copertura dei turni e dell’emergenza-urgenza.
Quale modello organizzativo si vuole imporre nelle farmacie ospedaliere, visto che il personale, di giorno in giorno, viene trasferito all’ ex Azienda Ospedaliera di Ragusa, sguarnendo di fatto le farmacie degli altri ospedali? Ecco, conclude Giovanni Avola della CGIL,  i risultati della gestione ragionieristica della sanità in Sicilia, voluta da Tremonti e da Russo e applicata pedissequamente dal Dr. Gilotta.

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