La Posizione di Confindustria Ragusa sulla proposta di riduzione delle Provincie siciliane

“Un’ipotesi inaccettabile”. La proposta di ridurre a 7 le Province siciliane, con l’abolizione di quelle di Ragusa ed Enna, vede Confindustria Ragusa del tutto sfavorevole ed è stata accolta dal suo presidente, Enzo Taverniti, come una “proposta inammissibile per il sistema virtuoso di autogoverno locale che da sempre ha fatto da volano allo sviluppo economico del territorio. La nostra è una realtà dinamica ed efficiente – sottolinea Taverniti – giudicata ‘modello di riferimento’ dai principali istituti di ricerca a livello nazionale. L’annullamento e l’accorpamento con altre realtà provinciali, con il conseguente colpo di spugna a pilastri dell’autonomia locale come la Prefettura, la Questura e la Camera di Commercio, comporterebbero di certo un taglio dei costi, ma a subire un taglio netto sarebbero anche i livelli di efficienza raggiunti oggi dall’area iblea. Per tutte queste ragioni la Provincia di Ragusa merita di essere tutelata nella sua autonomia da scelte politiche che avrebbero come unico effetto quello di penalizzare gravemente i singoli cittadini, la comunità e le attività produttive.”

Una tutela, quella della Provincia di Ragusa, resa ancor più necessaria a seguito “dei continui attacchi al buon governo locale – continua il presidente di Confindustria Ragusa –. Dopo la vicenda del Piano paesistico, una pianificazione imposta dall’alto e agevolata da un vuoto normativo regionale, adesso la nostra identità e i nostri interessi economici rischiano di essere compromessi non solo dalla proposta del presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, di cancellare le Provincie di Ragusa e di Enna, ma anche dalla recente minaccia del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, di abolire tutte le Provincie riesumando i liberi consorzi dei Comuni cui conferire i poteri delle attuali Provincie allo scopo di operare un taglio netto agli sprechi. Confindustria è favorevole a una politica che arresti l’emorragia di denaro pubblico, ecco perché credo sia più utile, bilanci regionali alla mano, abolire l’ente Regione Sicilia – conclude Taverniti –, se l’obiettivo è davvero quello di ridare ossigeno alle casse dell’isola”.

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