La preghiera di Papa Benedetto per Scicli Ieri mattino il sindaco Venticinque ha consegnato a Sua Santità una Crocifissione di Cristo dipinta da Piero Guccione

E’ apparso puntuale alle 10,30, dal portone d’ingresso del palazzo pontificio di Castel Gandolfo. Con passo spedito e sicuro, in solitudine, Benedetto XVI è entrato in piazza dirigendosi verso le transenne e ha salutato i cinquemila fedeli accorsi alla sua udienza generale. Tra loro una cinquantina di sciclitani che hanno voluto esserci.
Il Papa torna indietro e si siede. Legge per 23 minuti, in quattro lingue, un invito: “Durante le vacanze perché non scoprire la Bibbia?”
Termina l’udienza dopo appena mezzora, fra applausi, preghiere, canti religiosi venati dai dialetti di tutto il mondo; Sua Santità fa ritorno nel cortile del palazzo della residenza estiva, per ricevere alcuni ospiti.
Poche persone, due coniugi giapponesi, il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, e il prof. Bruno Ficili.
Il sindaco ha consegnato nelle mani di Sua Santità Benedetto XVI un pastello di Piero Guccione, un d’Apres di Velasquez, la Crocifissione di Cristo.
Benedetto XVI ha mostrato di conoscere e apprezzare le opere del maestro di Scicli ed è rimasto colpito dalla luce radiosa e solare dell’insolita Passione: una luce che sembra annunciare la Risurrezione, tanto è positivisticamente bello il momento di dolore ritratto da Guccione.
Le foto ritraggono un Benedetto stupito dalla bellezza del quadro.
Il sindaco Venticinque ha quindi chiesto a Papa Benedetto di pregare per Scicli.
Sua Santità ha assicurato un proprio pensiero per la comunità sciclitana e ha fatto dono al sindaco di una corona del rosario.
Quindi il prof. Bruno Ficili ha consegnato al Pontefice il Manifesto per la Pace siglato a Scicli nella scorsa primavera. Un appello ai Capi di Stato di tutto il mondo perché dichiarino in ogni luogo e in ogni tempo il cessate il fuoco.
Sorridente, in atteggiamento di grande empatia, il Papa si è intrattenuto quindi con due ospiti giapponesi, che gli hanno fatto dono di una bambola d’oro. Quindi ha fatto ritorno nei suoi appartamenti salutando e tenendo con le proprie mani le mani del primo cittadino sciclitano.
In piazza, fuori, i fedeli della comunità religiosa sciclitana “Eccomi, manda me”, e diversi cittadini partiti da Scicli e che hanno voluto assistere all’udienza generale al termine della quale si è svolto il momento privato destinato agli ospiti.

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