Marina di Modica: Ottimo successo di pubblico ieri sera per la messinscena de “IL PAESE DELLE TERRAZZE”

Buona affluenza di pubblico ieri, all’Auditorium Mediterraneo di Marina di Modica per la messinscena de IL PAESE DELLE TERRAZZE, racconto trasformato in testo teatrale dalla Compagnia del Piccolo Teatro. In scena, oltre agli attori della Compagnia modicana, il piccolo Giuseppe Gintoli e una bizzarra orchestrina. Per riannodare meglio i fili con gli anni venti, in cui tali vicende sono avvenute, l’impianto registico di Marcello Sarta ha previsto, infatti, anche un accompagnamento canoro che ha collegato le varie scene, sotto la direzione del M° Gianluca Abbate. Lo spettacolo, allestito su iniziativa di Federico e Stefania Poidomani, era stato fatto una prima volta nell’agosto del 2009, a Pozzallo, all’interno delle manifestazioni organizzate dall’Associazione Touchè che celebravano il trentennale della morte dell’autore modicano. Il paese delle terrazze fa parte della raccolta Carubbe e Cavalieri; i protagonisti sono gli stessi degli altri racconti: il nonno, la nonna, la mamma, Maruzza, zia Maria; la fabula è il ricordo di Raffaele Poidomani adulto, immortalato con la scrittura, dei giorni in cui, lui bambino, si trasferiva insieme alla famiglia a Pozzallo, per godersi il mare durante il periodo estivo. Lo scrittore, come è solito fare, racconta in prima persona ciò che accade durante il soggiorno a Pozzallo “paese fatto di terrazze”, descrivendo tutto con la precisione e la minuziosità certosina di uno storico, tanto che leggendo sembra in realtà di guardare una fotografia: “Le signore si svestivano, ben chiuse nell’interno della cabina, dalla quale sortivano poi in certi costumi bleu oscuri, dal collo e le maniche rigate alla marinara…non si vedeva nulla di loro, non un lembo di pelle, le mani, appena le mani, con le quali per via dell’acqua alta si attaccavano alle corde appositamente tese, amiche e parenti in fila, e sembravano folaghe infilzate sulla cordicella nella mostra di un rosticciere”. Poidomani registra l’arrivo nel paese marittimo, il bagno in spiaggia, le cene nella terrazza dell’Avvocato Matarazzo, il caffè nella terrazza Pandolfi, i pranzi estivi succulenti, i balli allora in voga. Lo spettacolo permette un viaggio in un passato non lontano da noi e, forse, ogni spettatore si sentirà un po’ Poidomani, il quale quasi alla fine del testo narrativo, scrive: “Non dimentico mai, ancora oggi, se ritorno in paese per strada ferrata, di dare uno sguardo alla villa di tanti e tanti anni fa…stavolta come comune viaggiatore dal basso, come accade a quanti dai sogni di bimbo si trovano cresciuti e immessi nella realtà di adulti.” Chi, in fondo, non ha provato questa emozione legata ad un ricordo d’infanzia, sia esso un luogo o una persona cara? Alla fine della pièce, dal palco, gli attori hanno formulato un caloroso augurio: che si prosegua in questo percorso di riscoperta del multiforme Raffaele Poidomani, narratore/poeta/saggista/storico/giornalista; che possa essere sempre più conosciuto, apprezzato, amato; che riesca ad avere quel giusto riconoscimento che, come tanti e molto più di altri scrittori, merita.

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