La morte di Don Basile. Modica, il processo bis contro due infermieri del “Maggiore” fermo “al palo”

Due infermieri dell’Ospedale Maggiore imputati nel processo bis sulla morte di Don Rosario Basile, parroco della Catena, che non parte perchè uno è impossibilitato a presenziare. Il prossimo primo dicembre, dunque, nell’aula A del Tribunale di Modica, si tornerà a trattare la tragica vicenda che ha registrato già nei mesi scorsi la condanna della donna che investì con la sua Peugeot il prelato e l’assoluzione del medico di turno del nosocomio la notte del sette dicembre 2006. Successivamente alla prima inchiesta, infatti, la Procura della Repubblica aveva avviato una seconda indagine con l’iscrizione nel registro degli indagati dei due infermieri in servizio nella divisione ospedaliera quando fu ricoverato l’anziano sacerdote, gli stessi contro i quali aveva lanciato accuse, un parrocchiano, Orazio Puglisi, colui durante la notte aveva assistito il suo parroco. I due operatori sanitari dovevano essere interrogati durante il processo contro l’investitrice e il medico, ma avendo appreso di essere indagati, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, come consigliato loro dal difensore, l’avvocato Francesco Riccotti. La sera prima della morte Padre Basile era stato vittima di un incidente, avvenuto in Via Gerratana. Il 14 gennaio 2007, la Procura fece riesumare il cadavere per l’autopsia. Furono nominati tre consulenti, Francesco Coco, Giovanni Dell’Agli e Vincenzo Cascio che avevano rilevato la presenza di una frattura del bacino. Nella cartella clinica stilata dai medici del “Maggiore”, era riportato che l’anziano prelato presentava la frattura della tibia, per cui non era presumibile che il decesso potesse essere imputato a tale circostanza. Orazio Puglisi, durante la cerimonia funebre, si portò davanti al microfono lanciando le prime forti accuse tanto da indurre la Procura a riaprire il caso e a riesumare il cadavere per l’autopsia. Era stato duro e determinato nel dirigere l’indice contro gli infermieri. “Nonostante il dolore lamentato dal parroco – aveva denunciato – nonostante le reiterate richieste di aiuto, non hanno inteso chiamare il medico di turno nella divisione. Uno di loro, quando Padre Basile lo scongiurò per il dolore, lo invitò, invece, a pregare”.

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