Ragusani nel Mondo: anche un premio per l’Avis di Ragusa quale riconoscimento per la solidarietà della gente iblea.

Ci sarà anche un premio speciale interamente dedicato alla solidarietà della gente iblea in occasione della diciassettesima edizione del premio “Ragusani nel Mondo” che si terrà il prossimo 3 settembre in piazza Libertà a Ragusa. Il riconoscimento sarà consegnato ai vertici dell’Avis di Ragusa, l’associazione volontari italiani del sangue, che da oltre un trentennio opera nel capoluogo ibleo con l’obiettivo, felicemente raggiunto, di sensibilizzare sulla donazione del sangue. E l’Avis ha ottenuto risultati importanti nel panorama nazionale con dati significativi nella raccolta del sangue e del plasma, offrendo nuove possibilità a chi ne ha bisogno. L’organismo ibleo entra di diritto nel “Pantheon della Ragusanità”, come ama definirlo il suo ideatore, il regista Gianni Battaglia, che per l’appunto quest’anno si arricchisce di un segmento importante: lo sguardo sulla contemporaneità. A fianco dei grandi del passato, come Gesualdo Bufalino, Salvatore Quasimodo, Salvatore Fiume, Giorgio La Pira, Maria Schininà, in questa edizione del premio, su indicazione del direttore Sebastiano D’Angelo, il regista Gianni Battaglia celebra dunque l’Avis di Ragusa, rilevando che è “una realtà sanitaria e civile all’avanguardia assoluta, nazionale e internazionale, nel campo della donazione del sangue, primaria in Europa, assieme ai corrispondenti organismi di Milano e Parigi, e in contatto permanente con le principali istituzioni sanitarie del mondo”. Del resto l’Avis di Ragusa è motivo di orgoglio di tutta la provincia. Quella carta geografica colorata dell’Italia che inanella, una provincia dopo l’altra, le diverse tonalità di rosso quale indicatore dei livelli di eccellenza nel rapporto tra donatori e popolazione è, ormai da tanti anni, esposta nella sede dell’Avis comunale di Ragusa, nella nuova straordinaria e funzionale sede di via della Solidarietà. Per riscoprire quella macchia rossa che coincide con la Provincia di Ragusa e per ritrovare la stessa intensità di colore bisogna risalire lungo lo stivale per arrivare al centro, al nord, alla Toscana, all’Emilia, alla Lombardia, in quella realtà territoriale italiana che sempre viene segnalata come la più avanzata e socialmente più moderna. Confortata dai dati statistici anno dopo anno, che segnalano una continua crescita di donatori in seno alla prima sezione comunale di Ragusa e poi in tutte le altre dei Comuni della provincia, con un’eccellenza affascinante in quella di Giarratana, la popolazione ragusana si è affermata in Italia e in Europa per un impegno di volontariato nella donazione del sangue, testimonianza eclatante di civiltà, di sensibilità, di solidarietà, di disponibilità, di impegno nella sanità in favore di chi ha più bisogno. Tutto si deve alla buona volontà di alcuni pionieri, professionisti della sanità, medici infermieri, ma anche semplici cittadini, operatori, imprenditori, operai, che hanno capito che un gesto apparentemente insignificante come la donazione del sangue non solo consentiva alla nostra struttura ospedaliera di avere le necessarie risorse, ma di mettere a disposizione le eccedenze in favore di altre, soprattutto in Sicilia. Un gesto che ha permesso anche ai donatori di monitorare la propria condizione di salute, di dare un senso concreto alle affermazioni di principio di solidarietà e di fratellanza. Il sangue, del resto, non conosce sesso, razza, religione, differenze sociali.

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