Resti umani in sacchi di spazzatura, i Nas al cimitero di Ibla

Altro che sepolcri. A Ragusa i resti mortali finiscono nei sacchi neri per la spazzatura. Chiusi in sacchi, legati all’imboccatura con il fil di ferro, ed una targhetta, la stessa che si trovava sul coperchio della bara: nome, cognome, data di nascita e di morte. Ma di chi sono questi resti?

A quanto si sa, ma probabilmente farà piena luce l’indagine dei Nas avviata a seguito dei controlli alla camera mortuaria del cimitero di Ibla, in quei sacchi giacciono le ossa di persone defunte i cui parenti non sarebbero stati reperibili in occasione della riesumazione, dopo una decina d’anni, dai campi comuni d’inumazione, quelli sulla terra per intenderci. Pare che sia stato dato ordine al personale che si occupa di esumare i defunti per lasciare il posto a nuove sepolture, di mettere in quei sacchi le ossa. Ad Ibla ce ne sono una decina, in una stanzetta attigua alla camera mortuaria, insieme a vecchie sedie e materiale vario buttato per terra. Al cimitero di Ragusa Centro, in due magazzini al pianterreno dei “colombari”, diverse altre, forse una quarantina. Proprio in questi locali, angusti e sporchi, ci sono infiltrazioni d’acqua consistenti. A fianco dei sacchi ci sono anche delle cassettine in zinco, a quanto si sa con altre ossa. Ma perché due diversi trattamenti, ossia il “deposito in sacco” (come sarebbe scritto sui registri) e quello nelle cassette? I defunti che trovano collocazione più degna, anche se sempre in locali inaccettabili per il comune senso di pietà, sono quelli che i parenti li hanno. Sarebbero gli stessi parenti che, acquistata privatamente la cassetta, chiedono una sistemazione temporanea, in attesa magari di una tumulazione in una tomba di famiglia. E gli altri? E’ gente che non ha nessuno, magari povera (i registri riportano in alcuni casi questa voce) che, dopo aver penato in vita, si ritrova in morte in un sacco per i rifiuti. Ma cosa prevede il regolamento di polizia mortuaria? Articolo 75: “Le ossa che si rinvengono in occasione delle esumazioni ordinarie devono essere diligentemente raccolte e depositate nell’ossario comune, a meno che coloro che vi abbiano interesse non facciano domanda di raccoglierle per deporle in cellette o colombari posti entro il recinto del cimitero ed avuti in concessione. In questo caso le ossa devono essere raccolte nelle cassettine di zinco prescritte…”. La pratica del “deposito in sacco”, quindi, oltre che poco rispettosa per la memoria dei defunti non è prevista dai regolamenti. Alcuni resti mortali giacerebbero lì anche da diversi mesi. Ma perché? Chi ha dato questa disposizione? Anche qualora si fosse pensato a questa sistemazione temporanea, magari in attesa che si faccia vivo un parente prima della dispersione dei resti nell’ossario, perché non dare pari dignità, con una semplice cassetta di zinco per tutti, sistemate in luoghi più idonei di uno sgabuzzino? C’è una grande cappella al cimitero di Ragusa Centro, che si mettano lì quelle povere ossa. Per antica tradizione, si ripete che gli uomini sono tutti uguali dinanzi alla morte. Ai campi santi di Ragusa, però, i morti che non hanno nessuno attendono la resurrezione (per riprendere alcuni epitaffi)… nei sacchi della spazzatura.

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