Sportello Salute. Modica, Rando: “Ma l’allarme era stato già lanciato”

I decessi avvenuti nelle strutture dell’Asp di Ragusa nelle ultime settimane hanno provocato una serie d’interrogativi sulla sanità iblea. Molti altri decessi sono rimasti nell’anonimato. Resta la necessità di dare aiuto alla sanità. “Chi ha addossato la responsabilità alla Direzione Generale – dice Salvatore Rando dello Sportello Salute Spi Cgil Modica – chiedendone le dimissioni, farebbe meglio a stare zitto e chiedersi perché, quando fu lanciato l’allarme durante la discussione sul piano di riordino non è intervenuto per frenare quelle scelte che hanno visto la provincia di Ragusa la più penalizzata?”. La pianta organica dell’Asp Ragusa è legata ai posti letto al 2,2 per mille abitanti rispetto al 3,5 come in tutto il resto del Paese. Questo ha ridotto i servizi e i reparti di personale medico, infermieristico e ausiliario, che non riesce a lavorare con serenità ed è continuamente costretto a lavorare sotto stress. “Qualche tempo fa – aggiunge Rando – c’era stata un’audizione in sesta Commissione all’Ars, dove si decise di avanzare delle proposte all’Assessore alla Sanità per migliorare o correggere alcune criticità: personale, reparti e posti letto. Erano presenti alcuni deputati, sindacaci e Direzione dell’Asp. A tutt’oggi non è emersa alcuna proposta. Non sono più i documenti a cambiare le cose ma occorre un’iniziativa forte e decisa da Palermo, alla quale devono partecipare tutti i parlamentari (maggioranza e opposizione), Presidente della Provincia, Sindaci, sindacati, Ordine dei Medici, la Fimmg e la direzione generale dell’Asp per avanzare una proposta credibile all’Assessore al fine di modificare i parametri, che non sono appropriati al territorio”. Il concetto è “difendere una struttura o potenziarla. “Un Pronto Soccorso – conclude il sindacalista – può funzionare con poche unità di personale medico e infermieristico, quando non si riesce a garantire i turni per le 24 ore? A Modica, ad esempio, anche a mezzanotte c’è una ressa di persone che devono essere visitate e un solo medico e qualche infermiere, che non sono in grado di garantire un’assistenza decente. Lo sportello della salute dello Spi Cgil vuole provare assieme alla Confederazione a trovare soluzioni attraverso. Il tavolo tecnico parli, per una volta, della vita delle persone.

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