Piero Guccione quasi incespica sulle parole quando ammette: “Sono andato via da Scicli quando avevo poco meno di 20 anni. Questa città era un deserto”. Lo dice davanti a una via Mormina Penna gremita di persone, venute ad assistere alla presentazione del volume L’Oro di Scicli, edito da Erre Produzioni dei fratelli Fabrizio e Lamberto Rubino. Sul palco gli storici Paolo Nifosì e Paolo Militello, il regista cinematografico Vito Zagarrio, lo stesso Fabrizio Rubino, il sovrintendente dell’Inda Fernando Balestra, e il sindaco di Scicli Giovanni Venticinque.
La riflessione è sulla città che ha cambiato pelle, sulla sua trasformazione, in pochi anni, in meta turistica.
Il sindaco ha dato merito ai fratelli Rubino di avere fatto un grande investimento culturale ed economico su Scicli. Il volume L’Oro di Scicli arriva infatti dopo quelli dedicati a Ortigia, Noto, al castello di Donnafugata.
Scicli nella percezione internazionale è sempre più un luogo mitico, grazie alla stratificazione di fatti culturali: il riconoscimento Unesco, la location del Commissario Montalbano, la Madonna Guerriera, il Cristo in Gonnella, il Risorto cantato da Vinicio Capossela, le grotte di Chiafura e Pasolini, Vittorini e la città più bella del mondo, il Gruppo di Scicli… Elementi che contribuiscono a creare il sentimento del mito. E’ Paolo Militello, dell’Università di Catania, a dare una chiave di lettura nuova, citando il professor Giuseppe Giarrizzo: “Scicli vanta una tradizione di intellettuali di primissimo livello sin dai secoli scorsi. Basti pensare all’arciprete Antonino Carioti, a Frà Mariano Perello. E questo ha contribuito a creare uno zoccolo duro, un’avanguardia culturale che si è rinnovata attraverso gli anni”.
Un libro è pur sempre, nell’era di internet e dei videofonini, lo strumento più moderno attraverso cui comunicare e far conoscere luoghi, storie, personaggi. Il volume L’Oro di Scicli ha il merito di aver incluso, fra le proprie pagine, un’ampia monografia sulla koinè di nove pittori conosciuti come Il Gruppo di Scicli. E ha infine il merito di aver restituito una visione fotografica inedita della città, vista con l’occhio dell’estraneo, che è riuscito a indagare anche nei palazzi nobiliari dove la macchina fotografica non aveva mai avuto accesso.
Presentato il volume L’Oro di Scicli. Guccione: “Quando andai via, a 20 anni, Scicli era un deserto” Bellissima serata in via Mormina Penna. Intellettuali a confronto sul passato e il futuro della città
- Agosto 30, 2011
- 1:17 pm
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