Denunciare i medici non giova a nessuno. Lettera di Maria Concetta Loggia

E’ tempo, il nostro, in cui è giusto che ogni cittadino avverta l’obbligo morale e civile di denunciare i disservizi, le cose che non funzionano. La denuncia, però, deve proporsi l’obiettivo di collaborare alla soluzione dei tanti problemi che travagliano la nostra società. Lo scrive Maria Concetta Loggia, Dirigente Scolastico in pensione, in una lettera inviata al consigliere provinciale Raffaele Schembari.
“Se, invece, la denuncia – si legge – è fatta per diffidenza, per tornaconto, per rabbia, senza il rispetto dell’altro, visto solo come la “contro parte”, allora la denuncia è solo deleteria, rovinosa, non risolve i problemi, ma li moltiplica.
Ogni giorno, in questa estate, abbiamo letto in varie testate: “Otto, dieci, quaranta Medici indagati per malasanità.”
A mio avviso, indagare i Medici non risolve i problemi della sanità, che hanno ben altre cause e, soprattutto nascono dall’obbligo di tagliare la spesa; il tam tam degli organismi della stampa servono solo a “distruggere” la fiducia nel Medico, la sua dignità, la sua professionalità, un tempo considerata una missione. Certo è possibile l’errore, ma è l’eccezione.
Io diffido, tu diffidi, noi diffidiamo e si crea un clima di tensione che danneggia il Medico e il paziente; il Medico, costretto a stare sulle difensive, perde la sua sicurezza, si sente a disagio, può sbagliare per la paura di sbagliare; il paziente vive senza la certezza di essere aiutato a risolvere i suoi problemi di salute di essere in buone mani. Scuola e Sanità sono istituzioni che possono raggiungere i loro obiettivi, educare e dare salute ai malati solo se il clima di azione è sereno, scaturito da rapporti interpersonali di stima e fiducia reciproca. Se il malato diffida del Medico e, addirittura, pensa che possa morire per incuria, disattenzione, inesperienza, incompetenza , il clima creato dalla denuncia diventa un boomerang per il malato stesso. Lo sappiamo: la morte è un evento che non riusciamo ad accettare, crea dolore e rabbia e tutti siamo empaticamente vicini alle persone colpite da decessi inaspettati, imprevisti e improvvisi. Bisogna, però, riflettere, non lasciarsi aizzare da avvocati avidi di soldi, che attraverso martellante pubblicità, offrono “gratis”, la loro difesa e spingono ad accendere contenziosi contro la sanità. Chiediamo, è un nostro diritto, e aspettiamo gli accertamenti della magistratura e delle ASP, per conoscere l’iter diagnostico terapeutico. Appuriamo la verità e, se i risultati confermano i nostri dubbi, allora parliamo di malasanità. Il ragionamento vale anche per i mezzi di comunicazione di massa”.

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