Sciopero CGIL: la FdS aderisce alla manifestazione contro il massacro sociale.

Martedì 6 Settembre la Federazione della Sinistra affiancherà la CGIL a Ragusa nella protesta contro la manovra del governo, incostituzionale ed iniqua, che – ancora una volta – sanziona la gente onesta costringendola a pagare i privilegi e le tutele riservate a pochi ricchi.
La FdS manifesterà la propria contrarietà ai provvedimenti governativi, ordinati ad una miope visione aziendalistica dello Stato, che condannano l’Italia ed il meridione in particolare ad un grave ed inevitabile processo di disgregazione sociale che amplifica le distanze tra nord e sud, tra capitale e lavoro, tra benestanti ed indigenti e che cancella ogni possibilità di investimento sociale e di rilancio dell’economia che parta dal basso.
Misure infami che negheranno qualsiasi legittima prospettiva di futuro per le giovani generazioni; azioni eversive che reiterano il fallimento di una politica neoliberista ed ottusa, supina ai forti poteri economici ed a quelli occulti e truffaldini.
Opportuna e tempestiva, quindi, l’iniziativa della CGIL che dà corpo e sostanza a quanto denunciato dalla Federazione della Sinistra sin dalle prime ipotesi di manovra.
Un’iniziativa che vede – anche in questa occasione – la CGIL sola, abbandonata dalle altre confederazioni sindacali con cui, appena il mese scorso, sedeva allo stesso tavolo, nonché dalla principale forza di opposizione, travagliata al suo interno da posizioni contrastanti, incapace di assumere linee chiare e univoche di sostegno ai diritti sociali.
Compagnie inaffidabili come si vede che, nella sostanza, fanno il paio con l’inesistente azione della deputazione nazionale e regionale ragusana -per le parti di rispettiva competenza- incapace di imbastire una benché minima azione di contrasto allo strapotere leghista e dei vertici pidiellini a cui fedelmente si allineano.
Il sit-in organizzato dalla CGIL provinciale davanti alla Prefettura e la successiva consegna delle ragioni della protesta nelle mani del rappresentante territoriale del governo, rappresenta una simbolica azione di partenza per avviare una nuova stagione di mobilitazione e di lotta popolare.
E’ necessario porre le basi per rilanciare un nuovo modello sociale ed economico; più giusto, più rispettoso della persona e della sua dignità, che ponga al centro della sua attenzione i beni comuni, il lavoro ed il benessere sociale esteso a tutti i cittadini e non, come adesso, privilegio solo di pochi. Un modello sociale in cui ognuno possa contribuire nella misura più consona alle proprie possibilità ed in cui paghi chi ha di più o non ha mai pagato.
La gravità del momento e della manovra governativa, a parere di questa Federazione – rispettosa, tuttavia, dell’autonomia decisionale della classe dirigente sindacale provinciale e della pianificazione organizzativa della manifestazione – avrebbe meritato una maggiore visibilità ed un più ampio coinvolgimento della collettività e delle categorie sociali, integrando il sit-in con un volantinaggio, un più ampio corteo ed un comizio finale (come peraltro programmato in altre realtà); non fosse altro per differenziare questa mobilitazione, dalla sterile e formale protesta di Cisl e Uil che, abiurando lo sciopero, hanno solo posto in essere analoghi sit-in davanti alle Prefetture.

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