Ragusa , Leontini: Le contraddizioni di Nello Dipasquale.

La serie interminabile di esternazioni del Sindaco di Ragusa, che obbliga l’onorevole Innocenzo Leontini ad intervenire dopo un mese di silenzio, evidenzia delle clamorose contraddizioni. Ne cita alcune:
1) Si dichiara appartenente al PDL ed invece passa il tempo a tentare di svuotarlo, spingendo due consiglieri comunali a lasciare il partito e passare in una lista civica, utilizzando gli strumenti di cui può disporre un Sindaco nel fare le promesse e renderle credibili.
2) Si dichiara seguace dell’On. Angelino Alfano ed assume posizioni tutte in contrasto con quelle del nostro coordinatore nazionale, esternando contro una manovra che l’on. Alfano difende, esaltando il ruolo delle liste civiche, che Alfano bolla come liste Coca-Cola, che dopo le elezioni non possono continuare, addirittura a sviluppare azioni politiche, fuori dal partito.
3) Preferisce tuonare contro il numero dei Parlamentari, sia nazionali che regionali, e dimentica di rappresentare un territorio dove in un mese sono morte cinque persone, per le disfunzioni delle strutture sanitarie, provocate da una disamministrazione con precise responsabilità, nei confronti delle quali il Sindaco Dipasquale rimane silenzioso ed inerte, pur avendo una competenza specifica.
4) Fa riferimento all’esistenza di padri-padroni in un Pdl ragusano che lo ha sempre lasciato totalmente libero di scegliere le sue soluzioni amministrative, fino a determinare nel Comune capoluogo una situazione che definire da Padre-padrone significherebbe esprimersi come le cartine dei Baci Perugina.
5) Si lancia nella costituzione di un’Associazione denominata Territorio, che nelle dichiarazioni dei suoi promotori intende impegnarsi a livello locale, regionale e nazionale richiamando adesioni di destra di sinistra e di centro, con una trasversalità che si propone terapeutica verso i mali della politica e del suo Pdl, ed un invito a tutti coloro che “ hanno voglia di sperimentare nuovi percorsi”.
6) Nuovi percorsi? Quali? Dove? Con chi? Con quali metodi? Speriamo diversi da quelli con cui si “convincono” i consiglieri a tradire il partito o si suggeriscono ai rimanenti fedeltà coatte.
Infine, conclude Leontini, “meglio essere padroni di cose non dette che schiavi di parole dette” diceva un noto moralista francese. Una riflessione più silenziosa non guasterebbe! I due coordinatori provinciali un dibattito nel partito non lo negano a nessuno. Ma dentro, non fuori. Intelligenti pauca.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa