L’eiaculazione precoce. Intervista del moderatore di RadioRtm.it al dottore Federico Mavilla.

Per il lettore_
M= Moderatore
D =Dottore

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M Dottore Mavilla, considerata la sua specializzazione, l’Urologia, quali sono le problematiche che frequentemente incontra nel suo studio?
D Distinguerei le problematiche di natura andrologica, l’eiaculazione precoce e la disfunzione erettile, e le problematiche urologiche, le infezioni e le patologie prostatiche.
M Ci parli, allora, dell’eiaculazione precoce, quali sono i pazienti che presentano tali disturbo?
D Una delle tipologie di pazienti che più frequentemente si rivolge al mio ambulatorio è un uomo, spesso sposato, affetto dalla cosiddetta «Eiaculazione Precoce primaria» (o lifelong), che diventa un problema serio soprattutto quando ha un’esperienza sessuale con un’altra partner.
M Che cosa significa esattamente «Eiaculazione Precoce primaria»?
D Per Eiaculazione Precoce si intende una condizione medica caratterizzata dalla presenza di tre elementi:

  • Una breve durata del tempo per raggiungere l’eiaculazione dopo la penetrazione vaginale. Nelle situazioni più gravi l’eiaculazione può avvenire anche prima della penetrazione.

  • La mancanza di controllo del riflesso eiaculatorio.

  • Il disagio generato dal disturbo (ansia, frustrazione), sia a livello personale (tanto nell’uomo quanto nella donna) sia nell’ambito della coppia.

L’Eiaculazione Precoce primaria è quella forma presente sin dalle prime esperienze sessuali e che si verifica con tutte le partner. È sicuramente la forma più diffusa. In oltre l’80% dei pazienti con EP primaria i tempi di eiaculazione sono inferiori al minuto, deve essere ben distinta dall’Eiaculazione Precoce secondaria.

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M E in cosa consiste l’Eiaculazione Precoce secondaria?
D Si definisce «secondaria» la forma che si manifesta dopo un periodo di normale attività sessuale in un soggetto che ha sempre riferito un accettabile livello di controllo eiaculatorio. È detta «secondaria» perché dipendente da altre cause organiche (patologie della tiroide, della prostata, neuropatie periferiche) o psicologico/situazionali.

M Di per sé, un tradimento può essere causa di Eiaculazione Precoce?
Assolutamente sì. Molto frequentemente in ambulatorio arrivano pazienti che hanno rapporti sessuali perfettamente normali con la moglie e soffrono, invece, di Eiaculazione Precoce con l’amante. Si tratta in questo caso di un’Eiaculazione Precoce secondaria situazionale legata a diversi fattori, quali l’ansia da prestazione, il senso di colpa, la paura di essere scoperti o il timore di perdere un’erezione.

M Ma se la forma secondaria dipende da cause organiche o psico-situazionali, da che cosa dipende quella primaria?
D Si suppone sia determinata geneticamente e coinvolga fattori neurobiologici specifici dell’individuo. L’eiaculazione precoce sembra essere associata a una ridotta concentrazione dei livelli di serotonina, un neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale.

M Ci sono coppie di lunga data che convivono con questa problematica?
D Molte più di quanto s’immagina. Esistono coppie in cui il rapporto sessuale è sempre stato condizionato dall’Eiaculazione Precoce del maschio, con mancata soddisfazione della partner, che nel tempo o evita il rapporto o lo subisce passivamente, per «dovere coniugale», con ricadute negative sulla vita di coppia.

M Come reagisce un uomo di fronte a questa situazione?
D L’incapacità di controllare i tempi eiaculatori crea e concorre a mantenere una condizione di solitudine, di isolamento e di sofferenza nell’uomo che è affetto da Eiaculazione Precoce. L’impatto emotivo della sessualità sulla vita dell’uomo è notevole e può anche avere ripercussioni negative sull’equilibrio psichico, creando stress prolungato, disturbi d’ansia e inevitabili disagi relazionali. Spesso il paziente convive con la propria intimità sofferente e non sa né cosa fare, né a chi rivolgersi e, soprattutto, non ha chiaro se tale disfunzione sia curabile in maniera definitiva. Nell’immaginario di chi ne soffre, l’EP, in una prima fase, viene spesso confusa con la foga, la troppa passione o un eccesso di coinvolgimento, ma tali elementi, oltre a non essere assolutamente veritieri, rappresentano l’antiappagamento per eccellenza. Il paziente affetto da Eiaculazione Precoce si trova a dover convivere con una realtà che mal riesce a celare e metabolizzare e, soprattutto, la negazione della disfunzione contribuisce a rinforzare la disfunzione stessa e ad aumentare il livello di insoddisfazione sessuale proprio e della partner.

M Quali sono i meccanismi difensivi messi in atto da un uomo che soffre di Eiaculazione Precoce?
D Al verificarsi delle prime difficoltà, solitamente l’uomo adotta una serie di misure correttive «fai da te», atte ad allungare i tempi di eiaculazione. Spesso, il primo accorgimento impiegato per risolvere questo tipo di problema è rappresentato dall’utilizzo, durante il rapporto, dei cosiddetti «fantasmi negativi» (pensare a guerre, malattie, tasse eccetera), tecnica che solitamente non garantisce alcun risultato.

M E poi?
D Si fanno altri tentativi, come masturbarsi prima dei rapporti o aumentare la frequenza dei contatti sessuali. Nella maggioranza dei casi, tali accorgimenti non risultano affatto efficaci e presto subentra un meccanismo di difesa per cui il paziente tende a evitare i rapporti.

M E questo influisce sul rapporto di coppia?
D La partner si sente rifiutata e respinta, soffrendo in molti casi più di questa condizione che non della brevità del rapporto. Spesso la donna, però, non solleva il problema per timore di urtare la sensibilità del partner, crede che l’EP sia una condizione normale, oppure ancora non sa come parlarne o pensa che non esista una soluzione. L’Eiaculazione Precoce determina nella donna ansia, rabbia, frustrazione e perdita di intimità, sentimenti che possono mettere a rischio la coppia.

M Ma per la donna è importante la durata del rapporto…
D Non si tratta tanto di durata, che rappresenta un fattore soggettivo, quanto piuttosto di piacere e di qualità dell’intero rapporto.

M Che cosa scandisce, di norma, l’inizio di un rapporto sessuale?
D Un buon approccio psicologico permette il realizzarsi della fisicità del rapporto a partire dalla prima fase, cioè l’eccitamento. In questo frangente gli stimoli erotici, sia fisici (carezze, stimolazione genitale) sia sensoriali (uditivi, olfattivi e visivi), vengono integrati a livello del sistema nervoso centrale e innescano una reazione dell’organismo che si traduce in una complessa serie di modifiche a livello dei genitali, le quali predispongono al completamento di un rapporto sessuale penetrativo.

M Cosa accade a questo punto nel corso di un rapporto sessuale?
D Se la tensione sessuale persiste, si raggiunge la fase statica: il plateau è costituito dal perdurare dell’eccitazione fisica, con la comparsa dell’erezione nel maschio, mentre nel sesso femminile si verifica un inturgidimento dei capezzoli e del clitoride, accompagnato da un incremento della lubrificazione genitale attraverso la secrezione delle ghiandole, oltre a un rilasciamento della parete vaginale.

M Quali caratteristiche ha la terza fase del rapporto sessuale?
D La terza fase è quella dell’orgasmo, e la sua intensità è condizionata sia dall’efficacia degli stimoli precedenti, sia dalle motivazioni e dalla disponibilità psicologica dell’individuo.
L’orgasmo si manifesta con un acme di piacere intenso e involontario, nel quale si riversano tensioni fisico-psichiche del soggetto avvertite nella donna a livello di vagina, clitoride e utero e nell’uomo a livello di pene, prostata e vescichette seminali.

M Cosa accade dopo l’orgasmo?
D La fase di risoluzione vede una progressiva diminuzione della tensione sessuale, che si manifesta con profonde differenze tra i due sessi. Nell’uomo si ha un fisiologico «periodo refrattario», la cui durata è estremamente soggettiva e variabile: in genere è più breve nei giovani, mentre tende ad allungarsi con l’età.
Tale periodo è caratterizzato da una fase di eccitabilità inferiore alla norma, per cui in questo lasso di tempo nessuna stimolazione potrà produrre un ulteriore orgasmo. Le donne, diversamente dagli uomini, non hanno un vero e proprio periodo refrattario, ed è per questo motivo che possono raggiungere diversi orgasmi in successione.

M Ma eccitamento, plateau e orgasmo sono fasi presenti anche in chi soffre di Eiaculazione Precoce?
D Certamente. Solo che nell’uomo affetto da Eiaculazione Precoce l’intero ciclo di risposta sessuale risulta essere molto più breve. Una rapida fase di eccitamento durante la quale, di solito, si raggiunge un’erezione soddisfacente, è seguita da una brevissima fase di plateau e da un’immediata eiaculazione con orgasmo associato.

M Come affrontare quindi il problema ?
D Una volta accertato che il paziente non presenta altre patologie, lo si invita a una terapia farmacologica.

M Quale terapia?
D A oggi, si dispone di un solo farmaco per il trattamento dell’Eiaculazione Precoce, a base di dapoxetina. Si tratta di una pillola che si assume al bisogno.

M Al bisogno?
D Un farmaco «al bisogno» si assume quando, appunto, se ne ha bisogno. Nel caso della dapoxetina, circa 1-3 ore prima del rapporto sessuale.
In verità, anche le sostanze utilizzate per la disfunzione erettile, Viagra, Cialis, Levitra, essendo dei modulatori dell’erezione, possono utilizzarsi per questo problema.

M Che problemi può dare al paziente questa terapia?
D È generalmente ben tollerata. Si consiglia di assumere il farmaco con un abbondante bicchiere d’acqua e di non consumare contemporaneamente bevande alcoliche.

M Che cosa ci si aspetta dalla terapia?
D Un miglioramento significativo del tempo di eiaculazione, della capacità di controllarla e il recupero della fiducia in se stesso da parte del paziente, con la conseguente rottura del circolo vizioso che si era venuto a determinare, per cui fallimento chiamava fallimento.

M E la soddisfazione della partner?
D Ovviamente! Un ritorno a una sessualità sana e piacevole.

Così il nostro protagonista potrà soddisfare anche l’amante…

Continua………..

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