LA SOCIETA’ CIVILE CONTESTA IL SISTEMA DI RISCOSSIONE DELLA SERIT. MA DI METODI DA USURAI NESSUNO PARLA. La riflessione di Giombattista Ballarò

La scorsa settimana è stato firmato, da piccole e medie imprese, da associazioni d’imprenditori e professionali e dalle diocesi di Ragusa e Noto, un documento che finalmente condanna il sistema di riscossione della Serit.
Un’iniziativa degna di lode ma certamente tardiva e parziale. Tutto assolutamente inconfutabile ciò che viene scritto nel documento, ovvero che il sistema di riscossione è vessatorio, che lede la dignità delle persone, le umilia e destabilizza le famiglie, ma io aggiungo che le rende irreversibilmente povere ed impotenti di fronte a qualunque evenienza.
La Serit ha creato un popolo di cattivi pagatori, spesso per importi ridicoli e dal momento che si viene trascritti su questa sorta di lista nera, raramente se ne viene fuori, essendo così esclusi da ogni possibilità di accesso al credito e divenendo impotenti a risolvere qualunque imprevisto familiare o aziendale che si presenta.
Perché dicevo prima che l’iniziativa, seppur lodevole, è tardiva e parziale ?
E’ tardiva perché oggi in Italia la percentuale di persone che risulta schedata nei SIC (sistemi d’informazioni creditizie), in alcune Regioni supera il 40% ; in pratica a quattro cittadini su dieci, è inibita la possibilità di aver concesso credito in qualunque misura, in altri termini queste persone sono destinate a rimanere nei guai, talvolta per una dimenticanza.
E’ parziale perché si parla di sistema di riscossione, sottacendo che i tassi d’interesse applicati da questa organizzazione, sono da usura sebbene mascherati da termini che forse rientrano nella legalità.
Poiché credo che come giustamente vengono perseguiti gli usurai, vada controllato ed eventualmente condannato chiunque si macchi dello stesso reato e ritengo che se si vuole intervenire per risolvere radicalmente un problema, le verità vadano dette interamente e senza tentennamenti.

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