Asp. Arrestati medico e due operatrici di Modica in servizio nel settore Medicina Sportiva

Tre ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e due ai domiciliari, sono state spiccate ieri dal Gip del Tribunale di Modica, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica. Notificate direttamenteso gli uffici dell’Asp di Via Aldo Moro dove erano già al lavoro, Francesco Roccaro, 51 anni, dirigente dell’Unità Operativa di Medicina Preventiva e Sportiva dell’Asp, che è stato tradotto in carcere, e due dipendenti, Elena Scivoletto, 49 anni, e Concetta Baglieri, 47 anni, appartenenti al medesimo ufficio di Roccaro. In particolare, la Scivoletto (che riveste la qualifica di assistente amministrativa quale Lavoratrice Asu, svolgeva l’attività di intra-moenia unitamente al Roccaro in orari di normale servizio e, talune volte, anche dopo la cessazione del regolare servizio, con mansioni diverse da quelle possedute, esercitava, pur non avendone alcun titolo, l’incarico di infermiera, così da svolgere abusivamente una delicatissima attività professionale, sprovvista del titolo professionale, con prevedibili danni alla salute di coloro che si sottoponevano alla visita (i soggetti sentiti hanno riferito che l’indagata apponeva autonomamente e senza alcun controllo le apparecchiature elettriche per la rilevazione dei battiti cardiaci, sia a riposo che sottési sforzo, per poi consegnare le risultanze dell’elettrocardiogramma al Roccaro, che, a volte, vedeva il paziente solo al momento del pagamento). Roccaro non avrebbe rilasciato alcuna ricevuta fiscale e, pertanto, gli introiti dell’illecita attività intra-moenia venivano percepiti dal medico in regime di totale evasione fiscale e senza alcun rendiconto all’Asp, omettendo di versare all’azienda quanto di spettanza della stessa, in tal modo appropriandosene. Inoltre, necessitando tale illecita attività, volta alla realizzazione di interessi privati, delle attrezzature di proprietà dell’Asp, il medico faceva un uso abusivo di tali beni, che avrebbe in realtà dovuto destinare a pubbliche finalità. L’operazione, eseguita minuziosamente dagli agenti del Commissariato, si era allargata dopo che era stato accertato che Francesco Roccaro, nel luglio del 2009, grazie alla complicità di una impiegata, si era fatto attestare falsamente la presenza in ufficio, mentre, in realtà, si trovava a Malta, in vacanza con la famiglia(risulta la registrazione di imbarco sul catamarano. Verso la fine di novembre 2009, agenti in abiti civili, confondendosi tra gli utenti del settore, constatavano, poi, che effettivamente alcuni dipendenti (non identificati) del cosiddetto Palazzo di Vetro erano soliti timbrare più di un cartellino, per sé e per altri. Roccaro non faceva ingresso in ufficio prima delle 9.35. Dall’esame della documentazione acquisita emergeva che, nella data del 17 luglio 2009, alle 19.41, il Roccaro – pur essendo di fatto in vacanza – formalmente risultava ancora presente in ufficio ed avere effettuato ben 4 ore e 52 minuti di straordinario. L’operazione è stata resa nota ieri mattina dal Procuratore della Repubblica, Francesco Puleio, presenti il sostituto, Gaetano Scollo, il Questore, e il dirigente del Commissariato di Modica, Maria Antonietta Malandrino. “Tutti gli elementi – ha spiegato il capo della magistratura inquirente – ci hanno consentito di raggiungere prove fondate. Si era davanti ad una prassi consolidata dove impiegati compiacenti “coprivano” altri colleghi. Basti pensare che nel blitz del mese di maggio del 2010 su quaranta dipendenti ne abbiamo trovati solo quindici. Dall’ osservazione delle immagini registrate è emerso che numerosi dipendenti, giornalmente, timbravano più cartellini al fine di attestare, per sé e/o per altri, falsamente, la presenza in servizi. Alcuni dei soggetti individuati, subito dopo avere timbrato il proprio badge personale, si allontanavano arbitrariamente dall’ufficio”. Ci sono altri ventidue lavoratori indagati che in ottobre saranno interrogati dal Gip il quale dovrà decidere se applicare la misura interdittiva dal servizio. “E’ stata un’operazione complessa – ha detto il questo Filippo Barboso – che ha una rilevanza sociale. Importante l’aspetto della moralizzazione”. Per quanto concerne la condotta del Roccaro, le immagini registrate consentivano di accertare come questi, quotidianamente, fosse solito fare ingresso in ufficio solo in tarda mattinata per uscirne intorno alle 13, facendosi attestare falsamente la regolare presenza in ufficiò con la complicità di Elena Scivoletto e Concetta Baglieri, sue dirette collaboratrici, le quali, di contro,venivano riprese a timbrare, oltre al proprio, anche un altro cartellino, ovvero quello del Roccaro. “Le indagini – ha detto il vice questore aggiunto Malandrino – sono state molto articolate durante le quali sono state utilizzate due telecamere, una nei pressi della macchinetta per timbrare e l’altra diretta sugli ingressi”.

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