Modica, Cantiere “Crisci ranni” Nel nome di don Puglisi ripensare la politica come partecipazione

Dopo la celebrazione nell’omonima Casa, don Puglisi è stato ricordato anche al cantiere educativo “Crisci ranni” nell’area attrezzata Padre Basile ieri venerdì 16 settembre. Vi è stata prima la celebrazione presieduta da don Stefano Modica insieme al parroco don Franco Cataldi. Nell’omelia don Stefano, da pochi giorni nominato segretario del Vescovo, ha invitato a un volontariato autentico che, sull’esempio di don Puglisi, sia soprattutto dono della vita, capace per questo di aiutare la crescita delle nuove generazioni. E’ seguito un confronto tra cittadini e amministrazione sui problemi del quartiere, presenti il Sindaco e gli assessori Spadaro, Frasca Caccia, Sammito, Garofalo. Sono stati discussi problemi complessi e attuali, come la questione dell’alveo del torrente e l’allarme del quartiere per il suo restringimento a seguito di lavori che non si capisce bene come e perché siano stati eseguiti, la questione del piano di riqualificazione, la questione degli immobili messi all’asta. Dietro una dialettica molto vivace ci sono da intravedere la positività di chi – amministratori e cittadini – c’era, compresi sul piano istituzionale i consiglieri comunali Puccia e Cerruto. Sembra auspicabile avere luoghi di comunicazione e di chiarimento: da questo punto di vista si è solo fissata un’agenda di lavoro, richiedendo i problemi posti ulteriori approndimenti ma anche decisioni concrete. Soprattutto, sembra importante la partecipazione, l’impegno a “uscire insieme dai problemi” che è proprio di chi ha veramente a cuore il futuro dei propri figli e nipoti: l’assenza di molti abitanti del quartiere dimostra certo che cresce la disaffezione alla politica, ma anche il pericolo che in questo modo ci si lamenti soltanto e non si avviino percorsi costruttivi per la risoluzione dei problemi. Alcuni giovani presenti hanno notato che per loro è stato comunque importante esserci, rendendosi conto che solo ascoltando le diverse posizioni si matura una propria personale opinione e soprattutto ci si sente responsabili del bene comune. Nel nome di don Pino Puglisi, questo allora anzitutto come Caritas auspichiamo: che ci siano più spazi e percorsi di confronto civico e che siano tali da aiutare soprattutto i giovani a interessarci della comunità. Diversamente saremo veramente in balia di qualunquismo, manipolazioni, poteri forti nei confronti dei quali il coraggioso prete palermitano ucciso dalla mafia chiedeva di rimanere sempre a “testa alta”. Ci pare peraltro importante ricordare che, senza crescita educativa, senza una rinnovata tensione etica, la nostra città rischia un progressivo degrado. Diventa allora importante rendere operativo quel “Patto educativo” firmato l’anno scorso, con il quale Comune, scuole, parrocchie si sono impegnate ad “avere a cuore la nostra città, per ritrovarne l’anima e per coltivare uno sguardo attento, memore delle grandi tradizioni del passato, vigile sui problemi del presente, fiducioso e responsable per il futuro comune”

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