L’attuale modalità d’interloquire sui blog è divenuta per qualcuno la maniera per difendere i propri beniamini, tentando di zittire chi dissente dal loro operato. La riflessione di Giombattista Ballarò

Chi per scelta, per passione o semplicemente per esercitare il proprio diritto di libertà d’espressione, decide di rendere pubblico il proprio pensiero in ordine a vicende politiche territoriali o nazionali, a meno che non sia uno sprovveduto, sa di sottoporsi al giudizio degli altri che spesso non è coincidente con quello di chi scrive e sarebbe illogico ipotizzare il contrario per la semplicissima ragione che ciascuno di noi non può condividere in termini assoluti il pensiero degli altri.
Nulla di cui scandalizzarsi pertanto, quando accade che il nostro punto di vista viene criticato; è scandaloso invece che il tentativo di difendere a spada tratta l’operato dei propri beniamini, anche quando non ricorrono i presupposti per farlo, faccia degenerare il sereno confronto tra le diverse idee, asserendo cose assolutamente non vere pur di delegittimare il proprio interlocutore.
Chi pensa che tali metodi possano consentire una demotivazione del sottoscritto a continuare a scrivere ciò che pensa, ha intrapreso una strada che lo deluderà. Né serviranno le accuse infondate di presunti suggeritori occulti, smentite da una lettura meno distratta, ma certamente preconcetta degli interessati a tutte le note pubblicate da questo giornale nel corso degli oltre due anni che mi concede l’onore di scrivere.
Sarebbe opportuno che qualcuno si rendesse anche conto delle assurdità che sostiene, quando mi rivolge l’invito a smettere di pontificare, perché nessuno sentirebbe la mancanza delle mie riflessioni inutili e ripetitive. Anche in questo, la smentita arriva dai numeri. Le mie note, certamente saranno condivise solo da una parte di chi le legge, ma è indubbio che molti blogger le seguano e fino a quando non 100 o 500 persone ma solo 10 continueranno a farlo, non potrò esaudire il desiderio interessato di qualche cittadino, semmai sarà lui a non onorarmi della sua lettura.

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