Modica. Processo Copai. Solo fasi preliminari oggi. Processo aggiornato a mercoledì prossimo

C’era attesa oggi al Palazzo di Giustizia di Modica per il processo immediato all’onorevole Riccardo Minardo, alla moglie Pinuccia Zocco, a Sara Suizzo, al marito Mario Barone, e all’imprenditore Giuseppe Maienza, per l’indagine Copai. E’ stata un’udienza incentrata su contrapposizioni tra difesa e accusa riguardo il giudizio immediato e nulla più. Oggi in un’ aula strapiena del Tribunale di Modica si è celebrato il primo atto del processo all’operazione “Copai” eseguita il 26 aprile scorso dalla Guardia di Finanza. E’ stato, nei fatti, uno scontro a suon di richiami di leggi, sentenze di Cassazione e quant’altro davanti al Collegio Penale presieduto da Antongiulio Maggiore(Elio Manenti e Francesco Chiavegatti a latere), nel giudizio immediato contro l’onorevole Riccardo Minardo e la moglie Pinuccia Zocco(quest’ultima assente), modicani, Sara Suizzo, presidente del Copai, il marito di quest’ultima Mario Barone, e l’imprenditore Giuseppe Maienza, tutti di Santa Croce Camerina, aperto con la richiesta di quattro costituzioni di parte civile, quella di Giovanni Moncada e Angelo Giannì, attraverso l’avvocato Guglielmoooo Barone, ammessa, e dei fratelli Fabio e Massimo Culmone(coloro che cedettero alla Suizzo e alla Zocco, Radio Onda Libera), attraverso l’avvocato Ignazio Galfo, rigettata. L’avvocato Enrico Trantino, che patrocina Sara Suizzo e il marito, ha contestate “il giudizio immediato” proposto dal pubblico ministero, ritenendolo inammissibile riferendosi alla giurisprudenza e ad alcune sentenza della Cassazione proprio riguardo il rito scelto. Della stessa lunghezza d’onda sono stati il professore Giovanni Grasso e l’avvocato Carmelo Scarso, difensori del parlamentare regionale e della moglie che hanno accentuato vieppiù i contenuti di leggi, capitoli e commi ribadendo come il giudizio alternativo scelto abbia tolto la possibilità a tutti gli indagati di adire altre vie per essere scarcerati. I cinque imputati(Maienza è difeso dall’avvocato Gianluca Gulino), sono, infatti, ancora ai domiciliari. Stamattina, però, è fissata l’udienza davanti al Tribunale del Riesame in sessione d’appello per chiedere ancora la scarcerazione per i due congiunti modicani, mentre il sette ottobre è prevista l’udienza in Cassazione alla quale oggi sarà presentata istanza anche per Suizzo, Barone e Maienza. Il pubblico ministero, Francesco Puleio, ha rigettato minuziosamente ogni rilievo ribadendo che il gruppo “aveva creato un sistema per delinquere” sul quale la Guardia di Finanza ha lavorato due anni e lui stesso un anno. “E’ stata un’attività truffaldina – ha detto il piemme – che si è protratta per anni, estremamente sofisticata e complessa. I reati possono essere stati espressi in modo confuso ma non sono assolutamente generici come dicono i difensori”. Il Tribunale si è riservato di decidere entro mercoledi prossimo.

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