GIOVANNI MIGLIORE: “NELL’ATTUALE SOCIETA’ CHIEDERE LE DIMISSIONI DI QUALCUNO SUONA COME UN GRIDO NEL DESERTO, MA IL PRESIDE DEL “GALILEI” DOVREBBE DIMETTERSI”

Non si può certo dire che il nuovo anno scolastico 2011/2012 sia iniziato bene. Il consigliere comunale di Modica, Giovanni Migliore, da ex studente del Liceo Scientifico, nonché genitore d’una studentessa che frequenta il “Galilei” si dice molto arrabbiato per il fatto che già ad inizio d’anno scolastico, per responsabilità non proprio degli studenti, si debba assistere a manifestazioni per rivendicare il diritto allo studio in condizioni di normalità e non essere trattati come elementi passivi d’una società che non sa guardare al futuro.

“La lotta intrapresa dagli studenti del “Galilei” – dice – è più che legittima perché stanno chiedendo che venga loro garantita la sicurezza nelle classi e che il corpo docente non venga posto nella condizione di non poter svolgere in maniera ottimale il proprio ruolo. Lodevole anche il coraggio civile degli insegnanti che pur di dimostrare la validità dello loro idee, non hanno esitato a schierarsi contro il Preside.

E’ stupefacente invece che il Capo dell’istituto, piuttosto che condividere le giuste ragioni degli studenti e degli insegnanti, si preoccupi solo del mantenimento del suo posto, schierandosi contro tutti e a favore di norme che non possono obiettivamente essere condivise.

E’ ancora più inconcepibile che il Preside dica agli studenti di continuare a manifestare fino a sabato e lunedi si risolverà la questione. Ma se conosce già la soluzione del problema, non è assurdo che non la illustri subito ed eviti di far perdere altri giorni di scuola a chi ha voglia di studiare ? Col cambiare dei tempi, saranno cambiati anche i Presidi , tuttavia per il comportamento assunto in questa circostanza dal professore Carrubba, chiedo le sue dimissioni per il modo in cui sta gestendo la vicenda, pur consapevole che la mia richiesta cadrà nel vuoto. Agli studenti, qualunque sia l’epilogo, dico di andare avanti se credono nella giustezza della loro battaglia”.

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