Processo “Modica Bene”. Nota dell’ex sindaco di Modica, Piero Torchi. Riceviamo e pubblichiamo

Sul processo “Modica Bene” che si sta celebrando davanti al Gup di Modica, c’è una nota dell’ex sindaco di Modica, Piero Torchi. Riceviamo e pubblichiamo.

Contrariamente a quanto accade di solito in Italia, ho atteso in silenzio e con pazienza la sentenza del processo che da oltre 4 anni mi vede imputato.
Non ho mai attaccato la magistratura, né mai avuto atteggiamenti scomposti, preferendo, come dovrebbe essere giusto per tutti, anche per la pubblica accusa, difendere le mie ragioni nelle aule dei tribunali e non sui giornali. Ho solo chiesto, come dovrebbe accadere in ogni Paese civile, di essere giudicato in tempi ragionevoli e per questo ho rinunciato, volontariamente, alle tutele di un processo ordinario che, visti i tempi del processo, la data cui risalgono i fatti, ed i tre gradi di giudizio, ci avrebbe accompagnato verso una comoda prescrizione; per questo ho scelto il rito abbreviato, accettando le eventuali prove raccolte dall’accusa e rinunciando, sempre volontariamente e convintamente a portarne altre a discolpa, pur di dimostrare in tempi ragionevoli la mia innocenza.
Alla vigilia della sentenza, calendarizzata per il prossimo 14 ottobre, e dopo che dall’agosto del 2002, ininterrottamente, la mia vita personale e quella dei miei familiari è stata vivisezionata, anche mediante indagini patrimoniali accurate ed approfondite, concluse con esito assolutamente negativo, invece di ottenere il giusto verdetto, dopo tanti anni, assisto ad un intorbidimento dei fatti processuali che per molti versi non mi riguarda, e che è privo di ogni fondamento, portando con sé l’unica reale conseguenza di allungare i tempi del giudizio.
Se oltre 9 anni di indagini patrimoniali e di intercettazioni, di vita violata e di rapporti interpersonali frantumati, non sono stati sufficienti, allora, se si vuole, per non lasciare nessuna ombra, si ripetano, si rivedano, si rifacciano, nonostante ad occuparsene siano stati in diversi periodi i reparti più specializzati della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, e sempre con esito a me favorevole, attestante l’assenza di qualsiasi anomalia a carico mio e dei miei familiari nella gestione della nostra situazione economica e patrimoniale. Un suggerimento: si confronti la mia condizione economica e patrimoniale e di tutti i miei familiari, antecedente alla mia elezione a sindaco della città, con la situazione determinatasi dopo le mie dimissioni e si avrà un quadro chiaro di come è andata veramente; o, se si ha tempo, si accerti il motivo per il quale, per mantenere la mia famiglia sono stato, da più di due anni, costretto ad emigrare per lavorare.
Ma, come penso sia legittimo chiedere in uno Stato di diritto, si faccia presto perché l’unica richiesta che mi sento di reiterare con forza è quella di essere giudicato nelle aule del tribunale, come ho autonomamente deciso, saltando anche l’udienza preliminare, e non sui giornali o per mezzo della stampa.
Se a qualcuno invece delle sentenze interessa condizionare l’opinione pubblica o schizzare continuamente fango, se ne assuma la responsabilità e ne tragga le conseguenze.

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