Liceo Scientifico di Modica. La querelle tra i due “Nino”. La verità secondo Cerruto

Ieri il consigliere comunale del PdL, Nino Gerratana, aveva lanciato accuse verso Nino Cerruto, nella fattispecie quale docente del Liceo Scientifico “Galilei” di Modica, il quale aveva chiamato la polizia quando all’interno dell’istituto erano arrivati l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Riccardo Terranova, e il consigliere provinciale, Marco Nanì, accompagnati da Gerratana. Oggi arriva l’altra verità, quella appunto di Nino Cerruto che, è bene ricordare, è anche consigliere comunale di Una Nuova Prospettiva. “Ieri – spiega quest’ultimo – al Liceo Scientifico G. Galilei di Modica, mentre in auditorium era in corso una riunione tra il Dirigente Scolastico ed i genitori e gli studenti, per via delle note vicende legate all’accorpamento delle classi, si è presentato l’assessore provinciale alla pubblica istruzione Terranova, accompagnato dal consigliere provinciale Nanì, per effettuare un sopralluogo e constatare, così come era emerso dall’incontro in Prefettura di sabato scorso, se le aule scolastiche potessero ospitare classi con il numero di alunni derivante dalle procedure di accorpamento.

Con sorpresa, da parte di diversi docenti, si è notata la presenza anche del consigliere comunale Nino Gerratana. Nella nostra responsabilità di vigilanza abbiamo chiesto al consigliere Gerratana a che titolo stesse entrando nei luoghi deputati allo svolgimento delle lezioni, non essendo lui genitore, né trovandosi in possesso di espressa autorizzazione del Dirigente, autorizzazione necessaria per poter accedere all’interno dei locali scolastici, come prevede il Regolamento d’istituto.

Il consigliere non ha voluto sentire ragioni e si è stati così costretti a chiedere l’intervento della Polizia”. Questo è in estrema sintesi quanto accaduto ieri mattina all’interno del Liceo scientifico “Galilei”. “Nessuno – prosegue Nino Cerruto – si è sognato di impedire ai due rappresentati della Provincia Regionale di Ragusa di accedere all’istituto, né si è compiuto alcun arbitrio: alcuni docenti hanno semplicemente chiesto conto delle credenziali di accesso, come si fa con ogni cittadino che intenda entrare nei locali di un’istituzione scolastica. Ma, come succede spesso a molti politici, il consigliere pensa che avere un ruolo politico lo renda diverso da tutti gli altri cittadini per quel che riguarda il rispetto minimo della legalità e di chi rappresenta istituzioni altre e altrettanto degne come la scuola pubblica italiana”.

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