Scippo a Pozzallo. Il Gup rinvia a giudizio cinque giovani

Rinviati a giudizi cinque giovani pozzallesi che, secondo l’accusa, sarebbero i presunti componenti la gang specializzata in scippi compiuti a Pozzallo tra giugno e luglio del 2010. Il Gup del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco, ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Alessia La Placa, e ha disposto il procedersi oltre per Maurizio Iaci e Antonio Ruta, entrambi pregiudicati, arrestati dai carabinieri il dieci luglio dello scorso anno, con l’accusa di furto aggravato e ricettazione, perchè a loro carico c’erano gravi indizi di colpevolezza in merito ad alcuni scippi avvenuti in danno di anziane signore nel centro cittadino. Oltre ai due, sono stati rinviati a giudizio D. B. e K. V.C., due ragazze, la seconda di origini colombiane, e G.A(quest’ultimo risponde di calunnia nei confronti di Iaci e di ricettazione come gli altri). Secondo l’accusa, Iaci, che confessò di essere lo scippatore, dopo avere rubato oggetti in oro, li avrebbe affidati agli altri indagati che provvedevano a venderli. I Carabinieri avevano accertato che Iaci e Ruta avevano creato una sorta di banda dedita agli scippi di anziane signore che, individuate casualmente in mezzo alla strada, venivano avvicinate dal primo che le derubava della collana in oro che le malcapitate portavano al collo. A questo punto entrava in gioco il complice che aveva il compito di recarsi presso uno dei diversi punti vendita di oro usato che insistono nella cittadina pozzallese per ricettare il gioiello, vendendolo e incassando il corrispettivo in denaro. Alle due ragazze sarebbero state trovate delle collane e dei ciondoli in oro. Sarebbero tre gli scippi compiuti e per i quali i carabinieri hanno già recuperato i gioielli rubati restituendoli alle legittime proprietarie. I quattro, difesi dagli avvocati Giovanni Favaccio, Pietro Latino, Salvatore Santaera, Giorgio Terranova, Carmelo Floridia e Giuseppe Solarino, saranno processati il prossimo 18 febbraio. G.A., aveva accusato lo Iaci di averlo con violenza costretto ad accompagnarlo in una rivendita di oro usato, ma la magistratura archiviò il caso, per cui nei suoi confronti scattò la calunnia.

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