La morte del netturbino modicano Enzo Adamo. Arriva la condanna per il conducente l’autocompattatore

Arriva la sentenza di condanna per il conducente dell’autocompattatore della nettezza urbana, accusato di avere provocato la morte del collega Enzo Adamo, il 26 ottobre 2006. Salvatore Maltese, 50 anni, difeso dall’avvocato Salvo Maltese, accusato di omicidio colposo. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, lo ha condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa, al risarcimento danni da quantificarsi in separata sede, e al pagamento delle spese di parte civile per duemila euro. Il pubblico ministero, Diana Iemmolo, aveva invocato la condanna a due anni di reclusione. Si trattò di un incidente sul lavoro avvenuto all’interno della discarica di Scicli, quando la vittima, 50 anni, operatore ecologico modicano alle dipendenze dell’Agesp, l’azienda che all’epoca gestiva in città il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, a Modica, fu investito dall’autocompattatore guidato dal Maltese. Il consulente tecnico di parte, l’ingegnere Antonino Polino, aveva addossato la responsabilità completamente al Maltese perchè non essendo il mezzo dotato di telecamera(all’epoca non era obbligatoria) ma solo di specchietti laterali “non si sarebbe accertato se i suoi colleghi si fossero spostati da destra e da sinistra”. Adamo era nella parte posteriore dell’autocompattatore e fu schiacciato dal veicolo. Trasportato all’Ospedale Busacca di Scicli era arrivato privo di vita. Il conducente del pesante mezzo, secondo il pubblico ministero, sarebbe stato responsabile della tragedia per non essersi fatto aiutare nella manovra da personale a terra. La famiglia della vittima si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Enrico Tedeschi. Il consulente tecnico d’ufficio, Pietro Munzone, nel corso di un accertamento tecnico non ripetibile, aveva ritenuto inspiegabile il motivo per cui Adamo si era messo dietro il camion improvvisamente.

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