Friuli. Lo sciclitano Rinaldo Buonomo cade da un tetto, e muore, Donati gli organi

Non ce l’ha fatta Rinaldo Buonomo, l’operaio 48enne di Scicli, caduto, martedì scorso, da un tetto nel cantiere dove stava lavorando a : l’altra notte è stata infatti decretata la morte celebrale. Il quarantaottenne sciclitano, padre di una ragazza che vive a Scicli con la madre, dipendente di una ditta edile di Gradisca d’Isonzo, era caduto dal tetto di un capannone in disuso di proprietà di una anziana del paese ubicato in via Verdi a Sevegliano. Buonuomo era intento a lavori di sistemazione della struttura.
Soccorso prontamente dai sanitari del 118, l’operaio era stato elitrasportato all’ospedale di Udine ed accolto con prognosi riservata a causa delle gravi lesioni riportate nel rovinare al suolo da una altezza di circa 4 metri. Sul posto per le prime indagini erano intervenuti i carabinieri della stazione di Torviscosa e gli operatori antiinfortuni dell’azienda sanitaria. L’immobile, un capannone fatiscente ed in disuso da molti anni, già adibito a laboratorio di falegnameria, era stato posto, e lo è attualmente, sotto sequestro. Il fatto, che ora ha avuto risvolti tragici, era stato ricordato dal sindaco Cristiano Tiussi nella seduta del consiglio comunale di giovedì scorso. Lo stesso primo cittadino, informato del doloroso epilogo, si è fatto interprete del lutto che ha colpito una famiglia: «La notizia ci lascia sgomenti – è stato il suo commento -e ci sentiamo particolarmente vicini ai familiari dell’operaio scomparso».

Rinaldo Buonuomo risiedeva fuori del comune di Bagnaria ed era stato assunto da pochi giorni, prima dell’infortunio rivelatosi poi mortale, alle dipendenze della ditta Sai Ambiente con sede a Gradisca d’isonzo. I familiari di Rinaldo hanno deciso di donare gli organi. Quindi la salma è stata cremata. Nei prossimi giorni a Scicli si terrà una messa in suffragio. La famiglia di Rinaldo ha voluto ringraziare il sindaco Cristiano Tiussi per le parole di conforto spese per ricordare Rinaldo. L’uomo aveva lasciato la città natale circa sette anni fa, chiudendo la ditta di pulizie che si occupava tra l’altro anche degli edifici di culto sciclitani. Si era trasferito in Friuli in cerca di maggior fortuna. Ma un destino tragico lo aspettava.

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