Palermo – La chiamano legge di “recupero e valorizzazione della costa della Sicilia”. Ma c’è un passaggio, un articolo, che sembra pù utile alla salvaguardia degli insediamenti abusivi, che al rispetto dei litorali siciliani. Ma non solo. Il Pdl, infatti, attacca anche da un altro versante: “Non vorremmo – ecco la provocazione del capogruppo all’Ars Leontini – che gli uomini di Lombardo abbiano lavorato per sanare gli abusivismi del governatore”. E il riferimento va dritto a quella villa di Ispica di proprietà della moglie di Lombardo, alla quale la magistratura ha messo i sigilli mesi fa.
In commissione Ambiente e Territorio all’Ars, è passato, con nove voti favorevoli su 14 (contrario, tra gli altri, il presidente della quarta commissione Fabio Mancuso, anche lui del Pdl), il ddl proposto dai deputati Mpa Paolo Ruggirello e Francesco Musotto ”recupero e valorizzazione della costa della Sicilia”. Il testo arrivato in commmissione è stato integrato da tre emendamenti, uno dei quali proposto dallo stesso Ruggirello, che riguarda la costituzione dell’Agenzia regionale per la tutela e la valorizzazione delle coste. Il disegno legge, passato il vaglio della commissione bilancio, attraverserà il giudizio del comitato per la qualità della legislazione, per poi giungere in Aula.
“E’ una legge – ha detto Ruggirello – che provvede a un riordino complessivo delle fasce costiere siciliane, sia dal punto urbanistico che ambientale, laddove si andrebbe a regolamentare la presenza di edifici che risultano abusivi e consentirebbe la valorizzazione delle aree in stato di abbandono. Non si tratta – ha aggiunto il deputato Mpa – di una sanatoria perché oggi sarebbe impossibile attuarla, né tantomeno si può sperare di mantenere tutti i fabbricati abusivi. Si compirà un monitoraggio e si procederà con un riordino delle strutture esistenti”.
Non si tratta di sanatoria, dice Ruggirello. Ma ci somiglia molto. L’articolo 4 del ddl, infatti prevede “in deroga all’articolo 23, comma 10, della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37, che gli edifici realizzati nelle suddette fasce in epoca successiva al 31 dicembre 1976, senza concessione edilizia o in difformità da questa, possano essere conservati ed ammessi a sanatoria”. Eccola, la parolina che Ruggirello rifiuta. E quel riferimento normativo “aggirato” dal ddl, regola proprio i vincoli nella sanatoria di opere costruite in zone sottoposte a vincolo paesaggistico. Per la verità, il riferimento a quella legge dell’85 rimanda a sua volta a un’altra legge del 1976. Questa, insomma, verrebbe “derogata”. E, per capirci, è la norma che prevede, ad esempio, l’impossibilità di costruire a meno di 150 metri dalla battigia. Limite “derogato”, quindi, se non piace la parola sanatoria che eppure è presente del ddl.
Il ddl di Ruggirello e Musotto, poi, prevede, all’articolo 2, la costituzione dell’Agenzia regionale per la tutela e la valorizzazione delle coste in Sicilia che avrà il compito di coordinare le iniziative regionali in materia di gestione integrata delle zone costiere, oltre che della promozione e diffusione delle tematiche relative alla tutela ambientale. L’Agenzia sarà composta da un comitato scientifico, un direttore esecutivo e un collegio dei revisori dei conti nominati con decreto del presidente della Regione.
L’articolo 4, poi, riguarda le “procedure di regolarizzazione degli immobili”, ammesse per “fabbricati rurali o ex rurali realizzati in assenza o in difformità della concessione edilizia”.
Ma il ddl non va giù all’opposizione: “Con l’aggressione delle nostre coste – ha dichiarato il coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione – assistiamo, oggi, all’ennesimo tentativo di rovinare la Sicilia. Il Pdl ha espresso parere contrario in Commissione (il riferimento è al voto di Mancuso, ndr) e farà lo stesso in Parlamento. In questa smania del governatore Lombardo di distruggere l’intera Regione – si chiede Castiglione – adesso anche deturpando il suo paesaggio, dov’è finito il Pd, innaturale alleato del Mpa, e la sua sbandierata foga ecologista?”.
Provocatoria, invece, la dichiarazione del capogruppo del Pdl Leontini, che paventa, tra le possibili “regolarizzazioni” concesse dal ddl, anche quella della villetta di Ispica (città di cui è originario lo stesso Leontini) di proprietà della moglie del presidente Lombardo: “Non vorremmo – ha detto – che di fronte all’abusivismo messo in campo da Lombardo, gli uomini del suo partito si stiano adoperando per sanarne le conseguenze”. L’impressione è che la questione non finirà qui. Fabio Mancuso, infatti, ha già richiesto una relazione dettagliata sugli aspetti tecnici del ddl.