Le attività della Consulta Comunale Femminile di Ragusa. LA CRISI ECONOMICA E IL LAVORO DELLE DONNE

Proseguono gli approfondimenti dell’Osservatorio sulle Politiche di Genere della Consulta Femminile di Ragusa. Le diverse sezioni di analisi con i relativi strumenti (ricerca-intervento, tavolo tecnico interistituzionale, focus group, e altri) rendono possibile la valutazione di aspetti significativi delle problematiche inerenti le politiche di settore. Interessante quanto emerge sul piano socioeconomico, nel quale i dati in via di rilevazione focalizzano condizioni di difficoltà che solo marginalmente si discostano da quelle considerate in sede nazionale.
Anche a Ragusa, infatti, l’attuale grave crisi provoca ricadute negative e dense di rischi di involuzione che con sempre maggiore rilevanza interessano le fasce più fragili e vulnerabili della nostra società; il tutto sotteso dalla precarietà del lavoro (specie giovanile) che spegne e mortifica ogni progettualità di vita. E in tutto ciò la donna è coinvolta in maniera totale.
” Concordiamo con Elisa Manna, responsabile del Settore Politiche culturali del Censis – dice Giuseppina Pavone, presidente Consulta -quando afferma che quello che manca completamente nelle politiche di genere di questi anni è una visione d’insieme: continuano ad esserci scarse azioni di sostegno al lavoro delle donne e per le pari opportunità nel mondo del lavoro; le donne sono quelle che si prendono cura dell’anziano, del disabile, dei bambini e rappresentano il grande punto di riferimento per un Welfare che si rivela senz’altro inadeguato, un’imponenza di impegno quasi per niente considerata a livello politico.
Di contro, è riconosciuta alle donne una significativa capacità di razionalizzazione del bilancio familiare, aspetto non di poco conto in tempi di ristrettezze economiche come gli attuali che comportano esigenze di adeguamento al ribasso delle spese”.
Come è dimostrato da esperti del settore economico, il lavoro delle donne è un sicuro volano di cambiamento positivo e di crescita anche economica.
Il settimanale internazionale The Economist nel 2006 ha delineato una nuova corrente economica, definita Womencomics, secondo la quale è proprio il lavoro delle donne che fa la vera differenza per le dinamiche di sviluppo di un paese. La correlazione tra donne e sviluppo economico è stata, peraltro, sostenuta anche da Richard Freeman, l’autorevole economista americano, il quale considera significativo elemento propulsore del miracolo economico Usa degli anni ’90 proprio la crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro registratasi tra gli anni ’80 e ’90 in America.
Le valutazioni di questi (e altri) illustri studiosi delle dinamiche economiche dovrebbero fare riflettere e orientare verso l’adeguamento di Politiche di Genere mirate essenzialmente al cambiamento dei modelli culturali, nella consapevolezza che nessuna ‘manovra correttiva’ sarà sufficiente e, soprattutto, efficace finché rimane bloccata su misure che in atto si percepiscono solo come il risultato di ‘alchimie aritmetiche’: è palesemente paradossale mirare al cosiddetto ‘pareggio di bilancio’ nazionale se non si interviene parallelamente per ridare fiducia ai cittadini e sostenere positivamente la loro autostima, migliorandone le condizioni di vita, cominciando con il risanare anche il precario bilancio delle famiglie; è indispensabile operare con impegno e tempestività un salto di qualità nella direzione di un globale sviluppo sostenibile del paese

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