UN POLITICO VERO ANALIZZA I FATTI O GIOCA CON LE PAROLE? La riflessione di Giombattista Ballarò

In questi giorni, molti quotidiani riportano la notizia del rientro a Palazzo dei Normanni di Riccardo Minardo, impedito per circa cinque mesi a svolgere il proprio mandato per l’inchiesta copai che ha determinato l’arresto ai domiciliari dello stesso e di altre quattro persone. Quasi tutti i giornali regionali scrivono dell’evento di cui la maggior parte dei cittadini avrebbe volentieri fatto a meno di leggere poiché una simile notizia non fa che accrescere l’indignazione della gente che ancora una volta percepisce di vivere in un Paese che pratica due pesi e due misure.
Si legge: il politico riprende da dove ha lasciato. E dove aveva lasciato ? Molti di noi siamo fermi alla notizia che lo vede coinvolto in una vicenda giudiziaria con accuse molto pesanti e per le quali in un Paese civile e ben governato, sono previste le dimissioni o vengono imposte per una questione d’immagine di chi rappresenta il Paese.
Ma in Italia, nella nostra Regione, i politici, anche a voler emulare i loro colleghi di altri Paesi, non possono pensare alle dimissioni in quanto -a dire del Minardo- gli amici gli sono stati vicini e solidali. Ma di quante e quali persone parla? Tutti i giornali on line della Provincia di Ragusa che hanno trattato la notizia del ritorno alla politica di quest’uomo, sono straripanti di commenti che esprimono indignazione per il fatto che un indagato di gravi reati possa continuare a rappresentare una Regione fino a quando non si conosce il verdetto della sentenza che lo riguarda. Riccardo Minardo, probabilmente impegnato a leggere i testi sacri ,non trova il tempo di leggere i quotidiani o più semplicemente da politico veterano qual è, continua a giocare con le parole, negando di rivelare a se stesso che la realtà che lo circonda vorrebbe ben altro da ciò ch’egli dichiara.
E poi, è disarmante la modestia di quest’uomo che testualmente dichiara :” era importante riprendere in mano il partito, hanno bisogno di un leader, di un punto di riferimento che è mancato in questi mesi”. Come cambiano i tempi ! Una volta i punti di riferimento erano ben altri.
Ma ancora non soddisfatto, va avanti:”ho in me la rinnovata convinzione di essere al servizio della gente. Non porto rancore a nessuno e spero che a breve si possa chiudere questa vicenda giudiziaria”. Chi davvero pensa di servire la gente, ne ha profondo rispetto e quando è il momento sa fare anche qualche passo indietro. Ringraziamo sentitamente il politico per non serbare rancore a nessuno, anche se non si comprende perché dovrebbe, considerato che al momento l’indagato è lui e non altri. Infine, anche molti di noi cittadini speriamo che a breve si possa conoscere la verità su questa vicenda che lo vede protagonista e soprattutto, nel caso venisse riconosciuto colpevole, possa pagare le sue colpe alla pari di qualunque altro cittadino.

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