Minardo(Riccardo) e Drago(Peppe) fanno pace davanti al giudice del Tribunale di Modica

Fanno pace davanti ai giudici Riccardo Minardo e Peppe Drago. Ieri mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, ha preso atto che Drago ha rimesso la querela, dopo avere ricevuto formali scuse da Minardo e il processo si è chiuso con il non luogo a procedere(i due non erano presenti). Ha prevalso, insomma, il buon senso di tutti, considerato il pesante momento storico che stanno vivendo entrambi gli esponenti politici modicani proprio sul fronte della giustizia penale, giacchè uno è indagato nell’indagine “Copai”, l’altro nella “Modica Bene”. I due difensori, gli avvocati Carmelo Scarso e Mario Caruso, hanno lavorato in questi mesi per la ricomposizione della diatriba. Minardo era accusato di diffamazione a seguito del comizio tenuto nel mese di giugno del 2008, in occasione delle “Amministrative” di Modica, in Piazza Matteotti, quando aveva aveva lanciato pesanti accuse nei confronti dell’allora parlamentare nazionale dell’UdC, in particolare aveva riferito e, successivamente, confermato in un comunicato stampa, che una società con sede a Roma in via del Pantheon 57, la “Immobil D”, faceva capo al parlamentare per il 99 per cento delle quote ed al fratello di Drago, Carmelo, amministratore delegato, per l’uno per cento. Minardo nel corso del suo discorso aveva legato l’attività della società agli utili della Modica Multiservizi ed agli alti costi pagati dal comune per i servizi resi dalla società mista. La Immobil D avrebbe avuto la proprietà di quattro unità immobiliari in una zona di gran pregio della capitale come Campo dei Fiori. Per Drago si trattava di «gravissime falsità» per cui aveva chiesto alla magistratura di accertare l’infondatezza e la valenza diffamatoria. Minardo ha ammesso, in buona sostanza, che le accuse le aveva mosse nella foga di un importante momento politico dopo avere saputo da indiscrezione, dandola per scontato, di un’indagine su questo fronte che era collegata al bilancio comunale. Indagine che, nei fatti, non c’era.

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