Le conclusioni del Ctu sulla morte di Chiara Modica. L’avvocato Scarso: “Dubbi e contraddizioni”

Per la morte della giovane studentessa Chiara Modica «le cause del sinistro sono da ricercarsi nella condotta di guida disaccorta ed imprudente del conducente l’autobus coinvolto nel sinistro, il quale, nella occasione, operando una manovra di svolta a sinistra senza preventivamente guardare attraverso lo specchio retrovisore di sinistra che la strada fosse libera di persone o mezzi, stringeva sulla fiancata destra il ciclomotore, facendogli perdere l’assetto di guida». Lo ha stabilito il consulente tecnico d’ufficio della Procura, il geometra Pietro Munzone di Catania. Conclusioni che, obiettivamente, lasciano qualche perplessità sui fatti e le circostanza e anche delle contraddizioni. L’incidente si verificò lo scorso 5 maggio nel Piazzale Baden Powell, nella cosiddetta “Cittadella degli Studi”. La giovane, a bordo del proprio motorino, finì contro un pullman a due piani dell’Ast adibito al trasporto degli studenti e condotto dal cinquantatreenne G.C.. Contraddizioni che anche il difensore di quest’ultimo, l’avvocato Carmelo Scarso, fa rilevare. “Si tratta di contraddizioni in termini. Si contesta all’autista la manovra di svolta a sinistra e nel contempo si rileva l’obbligo per il mio assistito di svoltare a sinistra come imponeva la segnaletica stradale. Altra macroscopica “dimenticanza” del consulente del pubblico ministero è la mancanza plateale del rilievo che la conducente dello scooter stesse sorpassando l’autobus nell’area d’incrocio, una manovra assolutamente vietata”. Per l’avvocato Scarso, nelle conclusioni del Ctu ci sarebbe molta confusione. “Innanzitutto – sottolinea – non sono conclusioni, com’è stato detto, di un perito ma del Consulente Tecnico d’Ufficio nominato dalla Procura della Repubblica”. L’avvocato Scarso, nei prossimi giorni, annuncerà la nomina di un perito di parte cosiccome l’avvocato Carmelo Drago, che patrocina i genitori di Chiara Modica dovrebbero fare la stessa cosa. Per il geometra Munzone “nessun apporto causale al verificarsi del sinistro è stato rilevato a carico della conducente del ciclomotore, che viaggiava in via Cincinnato parallelamente all’autobus, condotta di guida consentita in una strada a senso unico di marcia ove è consentito il deflusso a doppia fila”. Per il Ctu la giovane viaggiava ad una velocità di circa 15-18 Km/h. “Nonostante ciò, la ragazza non avrebbe potuto fare nulla per evitare la fatale collisione”.

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