MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE – SEZIONE DI ACATE: ” AEROPORTO DI COMISO … ADESSO E SUBITO”!

Il Movimento per le Autonomie di Acate ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale l’inserimento di punto all’ordine del giorno, avente per oggetto l’aeroporto di Comiso, affinchè il civico consesso s’impegni a richiedere ufficialmente al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri, ciascuno per le proprie competenze, tutte le iniziative possibili nei confronti del Ministro Tremonti, responsabile del blocco dell’importante infrastruttura del nostro territorio.
“Forse non tutti sono a conoscenza – sottolinea Giovanni Gianfranco Fidone, consigliere dell Mpa – del fatto che il Ministro Tremonti non si decide ad apporre una firma, relativa all’autorizzazione dei controllori di volo, bloccando di fatto l’apertura dello scalo aeroportuale, così come non tutti sanno che il Presidente della Regione Raffaele Lombardo ha stanziato 4,5 milioni di euro a favore dell’aeroporto, di cui la prima tranche di 3.375 euro è stata liquidata pochi giorni fa e la restante parte sarà corrisposta non appena saranno completate le procedure per rendere operativa l’infrastruttura.
Grande è il nostro apprezzamento – continua Fidone – per l’impegno concreto della Regione e forte è il nostro ringraziamento al Presidente Lombardo ma, ancor più grande, è il nostro disappunto e la nostra ferma condanna per il vergognoso silenzio del Ministro Tremonti, il leghista spalleggiato dai (politici) camerieri siciliani sostenitori di questo governo, che continua a bloccare l’importante struttura, impedendo così non solo il decollo degli aerei, ma tutto lo sviluppo economico di questa parte del territorio nazionale nel quale vivono e operano cittadini che, con orgoglio, chiedono di avere riconosciuti i loro diritti e non concessi privilegi, colpendo, inevitabilmente, anche il territorio di Acate.
Anche Acate dice basta – conclude Fidone – preannunziando che il Movimento per le Autonomie metterà in campo tutte le forze, affinchè sia posta la parola fine a questa vicenda che offende e umilia la dignità d’un popolo che crede nelle Istituzioni, nella democrazia, nella propria opera e nel lavoro, ma spera in un futuro che resti meno distante sotto tutti i punti di vista dall’Italia e dall’Europa.

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