Malasanità a Modica. Familiari: “Soccorso carente”

“Fortuna che c’erano gli uomini di famiglia, altrimenti i soccorsi avrebbero avuto difficoltà a portare mia madre in ospedale”. E’ la denuncia di una donna, C.N., ragusana trapiantata a Modica che pochi giorni fa ha perso la madre. Quest’ultima risiedeva col marito in una palazzina priva di ascensore. Colpita da grave malore, intorno alle due della notte, i familiari hanno chiamato il 118. “I soccorritori, con grande nostro stupore – dice – erano solo tre donne, compresa l’autista. Senza l’aiuto dei nostri uomini di casa non sarebbero state di certo in grado da sole di affrontare la difficoltà delle scale tortuose. Quanti pazienti possono contare su robuste braccia di familiari pronti ad aiutare? Come non prevedere la presenza costante sull’ambulanza di un uomo in modo da correggere questo che, riteniamo un grave disservizio? Giunti al pronto soccorso, ansiosi e turbati siamo rimasti in attesa fino all’accesso, poi siamo rimasti in attesa, sotto osservazione di mia madre di 83 anni, fino alle 14 quando l’hanno, finalmente, trasferita in reparto”. Qui un medico molto cortese e disponibile, si fece carico del ricovero. “Diverso da quello che avevano rilevato nelle ore precedenti – spiega ancora la donna – . Avvertimmo subito la differenza fra il comportamento di altri suoi colleghi medici e paramedici, che erano stati arroganti, prepotenti e addirittura ineducati. Disgustoso rimane nella mia memoria il comportamento di un operatore che, ritengo, svolge indegnamente il ruolo d’infermiere giacchè ha osato definire “rompiballe” una di noi perchè veniva infastidito dalle nostre richieste.”

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