Medici ortopedici sotto scacco: “Le denunce non si contano”

Gli ortopedici lanciano il grido d’allarme per il clima che si sta generando per via delle troppe denunce che pesano su di loro. La continua crescita del contenzioso medico legale in medicina spesso è il frutto di disinformazione e di inadeguatezza legislativa. Leggendo le statistiche vediamo che la percentuale di medici condannata è bassa, a conferma che il livello medio dei nostri medici è ancora buono. Gli ortopedici hanno motivi in più per respingere le tante accuse che vengono loro mosse(proprio alcuni giorni fa è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per tre chirurghi della Divisione di Ortopedia dell’Ospedale Maggiore di Modica, diretta da Elio Padua, per omicidio colposo). “C’è il rischio di avere forti scoperture nei posti di ortopedia – spiega Padua – perchè ci sono pochi aspiranti ortopedici per una sorta di “stress da denuncia”. Basta guardare i dati nazionali e ci si accorge che sono poco meno di duecento in Italia i giovani medici che scelgono di specializzarsi in ortopedia. Ogni anno, infatti, risultano circa 18 mila denunce per responsabilità professionale. “Fra non molto nessuno vorrà assumersi la responsabilità di effettuare un intervento chirurgico – aggiunge Elio Padua -. Si è arrivati al punto che per qualsiasi circostanza andata male, si presenta una denuncia, come se si agisse sempre in malafede. Occorre istituire una camera di compensazione, bisogna discutere. Vorrei discutere di questa situazione col Procuratore della Repubblica, Francesco Puleio. Tra non molto nessuna vorrà curare”. In Italia, il settore maggiormente chiamato nelle aule dei tribunali è proprio l’Ortopedia visto che sui 7 mila specialisti pesano oltre duemila denunce anche se per l’80 per cento dei casi l’accusa poi cade. “Leggendo le statistiche – dice Tullio Russo, responsabile dell’Ortopedia al Guzzardi di Vittoria – la percentuale di medici condannata è bassa, a conferma che il livello medio dei nostri medici è ancora buono. Per tutti i casi di risarcimento in cui non è riconosciuta una colpa grave e diretta del medico, a mio avviso bisogna creare un fondo di solidarietà nazionale o regionale alimentato dalle aziende sanitarie e dalle case di cura convenzionate. Ciò per bypassare il grave problema delle assicurazioni professionali che ormai hanno raggiunto costi altissimi. Infine dovrebbero essere perseguiti con durezza tutti casi di evidente speculazione da parte di avvocati e consulenti medici che inducono ad avviare cause temerarie”. La peggiore forma di cura cui un paziente può sottoporsi è quella del medico che giudica altri medici, spesso inopportunamente ed in malafede. “Nei cinque anni in cui ho diretto l’Ortopedia del “Civile” di Ragusa, nessuna azione risarcitoria è andata a buon fine per i pazienti. In ogni caso, la soluzione del problema, a mio avviso – dice il responsabile dell’Unità Giorgio Sallemi, – come ha detto un alto magistrato in un convegno sull’argomento, è quella di assicurare il paziente che deve sottoporsi a un determinato trattamento e non la struttura ed i professionisti che la erogano, ciò, infatti, garantirebbe serenità in chi deve prestare le cure e certezza per il paziente che in caso di danno subito e provato il “giusto risarcimento”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa