Assoluzione di automobilista modicano per la morte di Maurizio Cicero. Ricorso alla Suprema Corte

La Procura Generale della Repubblica ricorre in Cassazione dopo l’assoluzione stabilita dalla Corte d’Appello di Catania A.A., oggi 76 anni, il conducente dell’autovettura che il 19 aprile del 2003 fu protagonista del gravissimo incidente della strada che determinò la morte del giovane lavaggista modicano Maurizio Cicero di appena venti anni. L’anziano, è il caso di ricordare, nell’aprile del 2007 era stato condannato dal Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, a sei mesi di reclusione, con il giudizio abbreviato e la sospensione della patente di guida per due mesi. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Enzo Cavallo, si era appellato a tale sentenza ed aveva, per l’appunto, ottenuto l’assoluzione a Catania. Il ricorso alla Corte di Cassazione da parte della Procura Generale ha ora avuto un intoppo. Il processo, infatti, era stato già fissato ma improvvisamente è stato eliminato dai ruoli per un irregolarità di notifiche per cui la nuova data dovrà essere fissata. Un “fuori programma” che lascerà, nei fatti, le cose come stanno, cioè la sentenza assolutoria in quanto il processo è oramai entrato in prescrizione. Il sinistro si verificò intorno a mezzogiorno in Contrada Scardacucco e si rivelò una pura fatalità. Il giovane Cicero, infatti, stava facendo un giro con la motocicletta di grossa cilindrata che gli aveva prestato un suo amico, rimasto ad attenderlo nell’autolavaggio di di Via Dente Crocicchia. Durante il “giro” con la moto, però, si scontrò con l’autovettura condotta dal pensionato. Un impatto violento che non lasciò scampo al giovane. Morì sul colpo. Nella fase delle indagini erano stati nominati tre diversi consulenti tecnici d’ufficio che avevano tratto altrettante perizie tutte discordanti tra loro compresa la quarta, quella stilata dagli agenti di polizia, soprattutto in merito alla velocità tenuta dai due mezzi coinvolti.

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