Operatori del “118”. “Siamo costretti a lavorare al limite”

Ogni tanto scompare l’ambulanza del 118 a Modica, Acate, Marina di Ragusa. A volte arriva da Scoglitti, Santa Croce Camerina, Vittoria, Ispica, altre volte da Scicli altre ancora Ragusa, e gli ignari utenti in escandescenza ovviamente per i tempi di attesa si sentono rispondere semplicemente: “l’ambulanza di territorio non c’è”. “L’ambulanza – dice un operatore – a volte manca perchè va a sostituirne un’altra che ha bisogno di manutenzione”. Per la precisione va a finire presso le postazioni che hanno il medico e l’infermiere, oppure solo l’infermiere e i dipendenti che sono costretti a cedere l’ambulanza girano per la provincia nel raggio di trenta chilometri per poter accumulare le ore del contratto che hanno firmato. C’è chi è sotto cento ore che forse non riuscirà a recuperare, e comunque chi più chi meno nel giorno di turno rimane a disposizione dell’azienda per sostituire malattie, legge 104, infortuni e quant’altro obbligati ad essere reperibili senza essere pagati, ma non ad essere in postazione poiché dovrebbero pagare l’indennità di turno(la presenza). “Quando andiamo a sostituire in altre postazioni – spiega l’operatore – che non sono nella nostra città, non ci danno buoni benzina. Mai avuti buoni pasto per gli orari assurdi che facciamo (7/15 – 15/23 – 23/-7) visto che spendiamo all’incirca 10 euro al giorno in totale quando siamo in città e 20 quando andiamo in trasferta e ne guadagniamo 65 lordi all’incirca, senza avere nemmeno l’indennità di rischio. Ci riteniamo comunque fortunati poiché abbiamo un lavoro a tempo indeterminato e full-time, non per questo però riteniamo giusto essere trattati come carni da macello visto che parlando con i “superiori” c’è stato detto con un tono quasi minaccioso – l’importante è che lavori. Ecco perché tutti hanno paura di rendere pubblico ciò che succede all’interno del 118”. Il rischio sono le ritorsioni: trasferimenti improvvisi. Le condizioni di molte ambulanze sono al limite della regola:. Troppo usurati. Anche le barelle sono pessime. Ogni tanto si stacca la saldatura che mantiene i perni che a loro volta tengono le ruote. Altre volte invece non si aprono le ruote perché si rompono le molle. “Su questo – dice un altro operatore – siamo veramente messi male. Per quanto riguarda i freni ci andiamo per intuito. Non possiamo fare una prova per controllarli perché dovremmo giustificare il chilometro che potrebbe scattare. Riassumendo un’ambulanza non medicalizzata lavora fino a quando quella medicalizzata non si guasta.

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